La Regione Sicilia verrà condannata dalla Corte di Giustizia Europea per la mancata costruzione di depuratori per le acque reflue in molti comuni dell’isola, tra questi 7 comuni della nostra provincia: Agrigento, Menfi, Sciacca, Ribera, Porto Empedocle, Favara e Palma di Montechiaro.
Dopo la lodevole iniziativa di protesta di venerdi scorso contro l’inquinamento del mare di S.Leone promossa attraverso Facebook da Brigida Lena, e che ha visto la partecipazione di molti cittadini – dichiara Calogero Miccichè coodinatore provinciale di Sinistra ecologia e Libertà di Agrigento -, sento il dovere di ritornare a parlare del problema della mancata depurazione delle acque reflue di buona parte della nostra città. In queste ultime ore sui mezzi di comunicazione nazionale impazza la notizia relativa alla pesantissima multa di 20 milioni di euro, più 200 mila euro al giorno, a danno dell’Italia, multa comminata dalla Corte di Giustizia Europea dopo che la Commissione della comunità Europea ha deferito alla medesima Corte la Regione Lombardia per la mancata depurazione delle acque reflue da parte di alcuni comuni di questa regione che continuano a scaricare sui fiumi e laghi le acqua reflue.
Questa è solo la prima trance dei provvedimenti sanzionatori che la Corte di Giustizia E. comminerà a breve nei confronti di altre regioni d’Italia. Nella lista nera stilata dalla Commissione Europea sul mancato rispetto della legislazione comunitaria sulle acque reflue (direttiva 91/271/CEE), compaiono complessivamente 178 Comuni italiani tutti sotto inchiesta, di questi il 73% sono nell’Italia meridionale (la parte del leone la fanno Sicilia, Calabria e Campania).
Dei 178 comuni che violano le direttive europee sulla mancata tutela ambientale e sul riciclo delle acque bianche e nere, la nostra regione è la più inadempiente, mentre della provincia di Agrigento risultano segnalate alla corte di Giustizia 7 grossi comuni, in testa il comune capoluogo e le sue periferie, quindi le città di Menfi, Sciacca, Ribera, Porto Empedocle, Favara e Palma di Montechiaro, per i quali molto probabilmente l’ organo di giustizia amministrativa della comunità europea condannerà la Regione Sicilia che fino ad oggi non ha posto in essere provvedimenti per evitare lo sversamento fognario direttamente a mare. Dovremo aspettarci una condanna certa che peserà finanziariamente sui contribuenti siciliani, e vista la sentenza di condanna per la regione Lombardia, non possiamo sperare in una eventuale clemenza da parte di questo supremo tribunale amministrativo.
Se alla Regione Lombardia la sanzione è stata comminata per un importo abbastanza considerevole, figuriamoci quello che potrà accadere alla nostra Regione che di comuni inadempienti ne ha il doppio di quelli Lombardi. Ma la questione è ancora più grave se si considera che mentre in altre regioni il problema riguarda solo i ritardi nella realizzazione dei lavori, dato che questi sono già in corso, e per i quali ogni giorno di ritardo costerà 200 mila euro di multa oltre quella generale, la multa per la Regione Sicilia sarà molto più pesante, visto che i comuni inadempienti sono numericamente di gran lunga superiori ma molto pochi quelli che possono vantare progetti e finanziamenti già in stato di avanzamento. Si avrà, quindi, un accumulo di sanzioni pecuniarie di dimensioni gigantesche.
Speriamo che gli attuali amministratori a vari livelli, ed anche i loro vassalli , ci risparmino l’insopportabile vittimismo, che non ci vengono a dire che attualmente la competenza e della Girgenti Acque, (tale società è stata voluta proprio loro), ne vogliamo sentire le giustificazioni per le inadempienze dei precedenti governi locali, visto che da decenni questa nostra provincia, in particolare il comune capoluogo, è stata guidata prevalentemente dalla stessa parte politica di centrodestra, con varianti di comodo feudale, attivisti ed arrivisti di ogni specie e di basso profilo politico.
Per fortuna che c’è l’Europa a difenderci dalle cattive amministrazioni pubbliche, anche se per ora solo con le sanzioni pecuniarie che, purtroppo, non si tramuteranno in provvedimenti di attivazione delle procedure per le costruzioni di depuratori nei comuni sopra citati, non perchè mancano i finanziamenti europei, anzi, ci sono anche se non abbastanza, ma a causa di un quadro politico regionale, provinciale e locale privo di volontà politica, tutto è bloccato. Perciò attualmente c’è poca probabilità che questa condanna possa dare un immediato impulso alla costruzione di depuratori e rete fognante; invece sarà un modo diverso di governare la cosa pubblica che potrà dare maggiore impulso all’avvio di programmi costruttivi di strumenti di depurazione, per far si che questo accada il popolo siciliano deve far sentire la propria voce come è avvenuto in primavera con il referendum del 12 e 13 giugno scorso.
Sinistra Ecologia e Libertà – conclude Miccichè – darà un suo convinto contributo per far si che questo risveglio di partecipazione democratica nata dal basso non si arresti ma che continui il più allungo possibile.
ottima analisi , ed ottima spinta all’opinione pubblica ed alla politica …
roberto gallo de La destra
ma che dici? quì e tutto a posto? vuoi un goccetto?
Questa battaglia di civiltà si potrà vincere , solo, se riusciremo a svincolarci da mentalità chiuse, oscure e partitiche. Innalziamo la qualità della politica siciliana con la partecipazione e condivisione alle scelte politiche che ci interessano e che riguardano il futuro dei nostri figli.
innanzi tutto fa precisato che la regione è Siciliana e non Sicilia –
Nel merito della notizia NON notizia, c’è una piccola osservazione da fare.
Questa dell’UE è la solita storia per far cassa perchè a Bruelles sanno tutti che in Sicilia almeno l’80 delle costruzioni di civile abitazione non sono collegate alla rete fognaria che in molti Comuni è parziale o quasi inesistente.
Ciò significa che almeno l’80% dei liquami vanno a finire nel sottosuolo….
Come può Menfi rientrare nei 7 comuni?! Proprio Mesi fà è stato attivato, all’altezza del depuratore, in località Fiori, un impianto per il riutilizzo a fini agricoli delle acque reflue.Un investimento da 3 milioni e 600 mila euro. Non si spiegherebbe, fra l’altro, come la bandiera blu sia stata riconosciuta alla città del vino e del mare pulito per 15 volte, di cui 14 consecutive.