Agrigento – Davanti al rischio reale di una “macelleria sociale” in cui a pagare sono solo i lavoratori, e solo essi,una riflessione deve essere fatta. Nel periodo delle vacche grasse quando i parametri ora corso salivano e scendevano come la borsa valori, molti responsabili e rappresentanti di enti erano bravi ad allargare le fila della propria parrocchia; ora che la cinghia è stretta quasi tutti abbandonano la nave, lasciando i lavoratori in grossissime difficoltà. Allora la politica c’era e come!! Anche il sindacato non ha avuto la forza morale di dire no a molte forme di inciucio che sono state concausa degli ultimi eventi a danno sempre dei lavoratori. Ciò detto, è il momento di evitare assolutamente che i lavoratori non continuano ad essere scudi umani della politica o di una certa forma di fare sindacato e non del SINDACATO. Il governo Lombardo, si dice che voleva fare chiarezza sulla formazione professionale, bene, credo che i lavoratori della formazione, per la maggior parte sono soggetti in grado di accettare le sfide del cambiamento e di volere chiarezza. Quale strumenti di pianificazione delle risorse il governo offre ed in che tempi tecnici umanamente accettabili per fare una autentica inversione di tendenza? Il problema è stato, e sarà politico-amministrativo, secondo Pippo Alaimo presidente del centro studi A.Hardcastle. Si vogliono fucilare 8000 lavoratori e rispettive famiglie? E’ una scelta. A nostro avviso, prima che sia troppo tardi è necessario praticamente che una task force sia in grado di porre in essere un regolamento agile per gestire una incentivazione “onorevole” per la fuoriuscita del personale più anziano. In secondo luogo un piano industriale di riutilizzo del personale più giovane. La task force attuale dell’assessorato competente dovrebbe avere da vent’anni, almeno, una banca dati del personale della formazione. Abbiamo l’idea di quanti bravi informatici, bravi umanisti, bravi amministrativi ci sono? In terzo luogo si dovrebbe parlare di esuberi ma alla condizione originaria, ovvero nel periodo di posizionamento nel fondo di garanzia si effettuano dei corsi mirati ed in sintonia con il piano di industrializzazione testè citato, onde evitare la macelleria sociale in atto.Alla fine del giro di giostra, bisogna evitare di aggiungere drammi a drammi. Per il passato mi turo il naso, possiamo fare la storia di tutto in SICILIA, ma servirebbe a poco. Quello che vorrei chiedere a Lombardo, Centorrino ed alle forze di maggioranza, in particolar modo,di porre in essere tutti gli strumenti amministrativi e tecnici utili per uscire dal precipizio. La politica serve a questo. Spero che il richiamo della CHIESA ITALIANA possa essere da sprone e possa illuminare le menti di chi ha la responsabilità della vita di 8000 lavoratori e rispettive famiglie. Arrendersi in questi momenti difficili, è da vigliacchi.La coesione sociale è al limite della rottura..ed i cocci non sappiamo chi li raccoglierà.