IL CONTRASTO ALLA PRODUZIONE DI DROGA HA FALLITO, MENTRE AUMENTANO I CAPITALI A DISPOSIZIONE DEGLI IMPERI CRIMINALI. QUANTO INFLUISCONO QUESTI TRAFFICI ILLEGALI SULLE SCELTE DELLE MAGGIORI DEMOCRAZIE?
Dal Plan Colombia degli Stati Uniti negli anni Novanta alla War on Drugs di Calderon in Messico partita nel 2006, passando per le numerose iniziative dell’Onu in Afghanistan, in Thailandia, in Birmania. Per la lotta al narcotraffico negli ultimi due decenni si sono spese ingenti quantità di denaro. Narcoeconomy è il primo libro che analizza a fondo i risultati pressoché fallimentari delle strategie adottate dai vari Paesi impegnati in prima linea. Sullo sfondo di una crisi che ha prodotto shock geopolitici profondi in cui molte potenze mondiali sono finite sull’orlo della bancarotta, le uniche economie che non risentono della forte recessione sono proprio quelle fondate sul narcotraffico. Secondo le stime qui riportate, equivalgono a quasi i due terzi delle intere economie criminali. Un volume di denaro enorme, stimato in circa 500 miliardi di dollari, pari al giro d’affari complessivo delle prime sette case automobilistiche del mondo e quasi a un terzo del Pil dell’intero continente africano. Un business che genera morti, violenza, corruzione e connivenza da parte dei governi. Secondo le stime, le tossicodipendenze sono in crescita in molti Paesi asiatici e africani, mentre restano sostenute tanto in Europa quanto negli Stati Uniti. Carlo Ruta, attraverso una ricca documentazione, un’approfondita ricerca dei dati e interviste fatte ai più importanti giornalisti sudamericani, traccia con esattezza le nuove rotte del narcotraffico e disegna gli inquietanti scenari futuri di un mercato che non conosce crisi.
Il libro, per la collana “RX la terra vista dalla terra” di Castelvecchi Editore, sarà in libreria a partire dall’8 giugno 2011.
Carlo Ruta, Narcoeconomy. Business e mafie che non conoscono crisi. Castelvecchi Editore, Roma, Euro 12,50.