Viaggio nel mondo dell’acqua firmato da Alida Amico per ‘centonove’ di questa settimana.
“5 proposte di legge. di cui una di iniziativa popolare, ha raccolto oltre 34 mila firme. Ma la preoccupazione del Forum, è che intorno alla proposta di ripubblicizzazione dell’acqua – che sottrarrebbe alla gestione privata ben 5,8 miliardi di euro, tra fondi europei, nazionali e regionali per i prossimi 30 anni, possano annidarsi interessi malavitosi. In tale contesto, vengono interpretate anche le gravi minacce ed intimidazioni, subite ultimamente dal sindaco di Menfi, Michele Botta. Da tempo in prima fila, contro la privatizzazione del servizio idrico. L’’ultimo “avvertimento”, con una lettera di proiettili, è arrivato al primo cittadino proprio il giorno dopo la manifestazione tenutasi a Palermo – in cui era intervenuto – per fare approvare la legge per l’acqua pubblica in Sicilia. A seguire l’intervista al deputato regionale del Pd Roberto Ammatuna. E poi:
Un referendum “bagnato”:
La prova del nove, si avrà tra aprile e giugno. Quando, se non si andrà prima alle elezioni anticipate, tutti i cittadini saranno chiamati alle urne, per il referendum riguardante lo scottante tema della “ripubblicizzazione” del servizio idrico. Il voto avrà luogo, perché la Consulta, ha ammesso i due “quesiti” referendari proposti dal Forum dei movimenti per l’acqua.“Stiamo costituendo comitati di cittadini allargati il più possibile a tutti coloro che vorranno farne parte – preannuncia il deputato regionale del Pd, Giovanni Panepinto, nella doppia veste anche di primo cittadino di Bivona. I sostenitori dei due “sì” proveranno a fare ritornare l’acqua in mano pubblica, chiedendo l’abrogazione di 2 articoli di legge. “Il primo quesito facendo venire meno il presupposto della rilevanza “economica” del servizio idrico, ne renderà interamente pubblica la sua gestione” annota Salvino Fiore (Udc), presidente del consiglio provinciale di Messina, il cui plenum ha votato (all’unanimità) il disegno di legge (sottoscritto anche da altri 134 consigli comunali siciliani), per la ripubblicizzazione dell’acqua nell’isola. “Mentre con il secondo quesito – spiega – verrebbe abrogata la imposizione del 7 per cento a carico dei cittadini a piè di lista. Intanto un po’ ovunque stanno sorgendo i comitati promotori referendari: da Palermo ad Agrigento, da Catania a Messina. Con una identica connotazione: senza bandiere dei partiti e tutti rigorosamente trasversali. Parallelamente, ben 5 disegni di legge, si trovano al vaglio della quarta Commissione Territorio ed Ambiente dell’Ars. Che li ha assegnati ad una sottocommissione, presieduta dal deputato regionale del Pd Roberto Ammatuna, per trovare una sintesi. La battaglia referendaria si incrocia con quella per fare approvare all’Ars la legge sulla “ripubblicizzazione” della gestione del servizio. Il “caso Aps”. Come la società Aps di Palermo, che gestisce il servizio idrico per conto dell’Ato1. “Dopo che la Provincia ha rescisso il contratto, la società privata – spiega Antonella Leto, del Dipartimento regionale Funzione pubblica della Cgil, nonché esponente del Forum siciliano per l’acqua – intende scaricare i debiti accumulati in questi anni, frutto di una gestione fallimentare, sui Comuni. E quindi sui cittadini, innalzandone le tariffe”. Idem ciò che sta accadendo anche nelle altre tre Province di Messina, Ragusa e Trapani…
E per concludere, “Geraci, l’Acqua s’infiamma”
La spa che imbottiglia l’oligominerale attende da 18 anni l’autorizzazione regionale per utilizzare tre nuove sorgenti. Il Territorio ha detto sì, mentre l’Energia attende l’Avvocatura dello Stato
GERACI SICULO. La denuncia è arrivata nei giorni scorsi, dal senatore del Pd Giuseppe Lumia. Che ha sollevato il «caso eclatante» dell’Acqua Geraci come esempio di “malaburocrazia” made in Sicily. La società Acqua Geraci spa, infatti, da 18 anni attende un’autorizzazione da parte della Regione che ancora non arriva. E non si sa quale sia il motivo. Il nulla osta, per utilizzare le 3 nuove sorgenti in contrada “Pietra Giordano”, “Dell’Occhio” e “Iazzo Scala”, lo attende dal 1992, l’anno in cui fece la richiesta di ampliamento della concessione. Che, rispetto alle 2 sorgenti da cui viene attualmente ricavata l’acqua in commercio, consentirebbe di triplicare l’imbottigliamento, creando 20 nuovi posti di lavoro in più, oltre l’indotto. L’OK DELL’ASSESSORATO. Pur avendo una forte richiesta, l’Acqua Geraci, non riesce infatti a coprire neanche tutto il mercato siciliano, per cui lascia fuori realtà come Catania, Ragusa, Siracusa, etc. Dopo 18 anni di rinvii e tavoli tecnici inconcludenti, l’azienda “Terme Geraci spa” – il cui amministratore unico, il battagliero imprenditoreGiuseppe Spallina, classe 1929, da un trentennio lotta per realizzare un complesso turistico termale da abbinare all’imbottigliamento dell’acqua (finora osteggiato dall’amministrazione comunale geracese, come ha denunciato lui stesso nel pamphlet “Il diavolo e l’acqua santa”) sembrava ormai ad un passo dal traguardo.
Il parere dell’Avvocatura. L’ultimo passaggio, avrebbe dovuto essere il decreto di autorizzazione da parte dell’Assessorato regionale all’Energia. Che, lo scorso 17 febbraio, si è però rivolto all’Avvocatura dello Stato, per districare la “matassa” dei due pareri discordanti: il primo (favorevole al nulla osta) firmato dall’assessorato regionale al Territorio ed Ambiente, ed un altro ( che dice vagamente “ni”) dell’ente Parco delle Madonie. Il Centro benessere alla coop di disabili. Ma a rendere “nana” l’azienda – come ha più volte denunciato lo stesso Spallina – è stato anche il “boicottaggio” da parte dell’amministrazione comunale di Geraci Siculo. Tra le opere che dovrebbero essere finanziate dal Pist, con 2 milioni e mezzo di fondi europei, il Comune di Geraci ha inserito la ristrutturazione e la “rifunzionalizzazione” dei locali dell’ex scuola media di via Don Orione. Un edificio di proprietà comunale, di cui è previsto il cambio di destinazione in Centro di Benessere. Che il Comune, concederebbe al futuro gestore privato, insieme alle sorgenti di acqua oligominerale presenti nel territorio. Una operazione “assurda ed illegittima” secondo la società Acqua Geraci. Le promesse del sindaco. Ma il sindaco Bartolo Vienna – un dirigente regionale (di area “cuffariana”) – continua a promettere che “grazie ad i finanziamenti europei, nel prossimo futuro la comunità di Geraci utilizzerà il proprio straordinario patrimonio di acque, per nuove attività turistiche e di sviluppo qualificato…” L’Acqua Geraci spa, ha intanto presentato ricorso al Tribunale civile di Termini Imerese….
I tre articoli, continuano in edicola, su ‘centonove’ di questa settimana…