di Gaetano Gaziano
E’ scoppiata violenta l’ultima polemica tra la Confindustria e la Cisl da una parte e Raffaele Lombardo dall’altra.
E il motivo, manco a dirsi, è il rigassificatore di Priolo, per cui il governatore si è già scontrato con Stefania Prestigiacomo, che ha definito, senza mezzi termini sull’Espresso, “ministro alla devastazione dell’ambiente”.
A Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, e a Maurizio Bernava, segretario della Cisl, che lo accusano, senza giri di parole, di immobilismo e lottizzazione, Lombardo ha risposto “è finita la fase storica in cui i gruppi industriali venivano a fare ciò che volevano, magari mettendo in tasca ai politici mazzette e qualche assunzione” (La Repubblica del 10 febbraio).
Parole pesanti, come si vede, anche dai risvolti penali.
Non sappiamo a quali gruppi industriali alluda il governatore siciliano, quando parla di mazzette elargite ai politici. L’Enel è stata molto brava a convincere tutti, proprio tutti, della bontà dell’indecoroso progetto di un rigassificatore da 8 miliardi di mc. sotto la Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco.
Politici di destra e di sinistra, sindacalisti bianchi, rossi e gialli (definiamo così per comodità quelli dell’Uil di Angeletti che qualche settimana fa è venuto, buon ultimo, a declamare la bontà degli investimenti delle lobby dei rigassificatori), giornalisti pennivendoli siciliani di tutti i media della carta stampata, con l’eccezione del settimanale Grandangolo, hanno plaudito all’investimento di Enel, salutandolo come grande opportunità di sviluppo e di occupazione per la nostra provincia.
Abbiamo già ricordato, in un precedente articolo, che l’occupazione che Enel prevede di impiegare, a rigassificatore costruito, sarà di poche decine di posti di lavoro e che a Rovigo, dei 60 tecnici e operai che lavorano al rigassificatore off-shore, solo uno è veneto.
Jeremy Rifkin, premio Nobel per l’economia, ha affermato che, se in Sicilia si puntasse al solare, coprendo solo il 6% dei nostri tetti con pannelli fotovoltaici, si svilupperebbe un’economia di sei miliardi di euro, dando lavoro a circa trentamila piccole e medie aziende e si coprirebbe il 40% del nostro totale fabbisogno energetico.
Lo Bello sostiene, invece, che “i grandi gruppi industriali rappresentano per la Sicilia un patrimonio importante” e aggiunge “il governatore ha il dovere politico di fare pubblicamente i nomi di quei gruppi industriali che in passato hanno fatto in Sicilia ciò che volevano, mettendo in tasca ai politici cospicue mazzette”.
Suvvia, governatore Lombardo, prenda in parola Ivan Lo Bello, e faccia finalmente i nomi di questi gruppi industriali che hanno fatto in Sicilia “ciò che volevano” e a cui lei si rivolse in campagna elettorale gridando, “non trasformerete la Sicilia in pattumiera d’Italia”.
Sennò, lei dà credito a Gianfranco Micciché che ha dichiarato “su Lombardo e Confindustria non vorremmo ancora assistere alla farsa di chi bisticcia di giorno e fa patti di notte”.
E Micciché questo tipo di farse le conosce bene.
Va ricordato, infatti, che, con Michele Cimino, ha fondato in Sicilia il partito “Forza del Sud”, che dovrebbe contrastare, a loro dire, le pressioni delle lobby del Nord.
Ma che bel contrasto…
Micciché, in qualità di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, armò a Palermo un teatrino (è proprio il caso di dirlo perché fu fatto al teatro Massimo di Palermo), organizzando un convegno dal roboante titolo “Sud 2007/2013-L’Ultima Occasione”.
Una mission biblica, come si vede, con la promessa di milioni e milioni di investimenti.
Erano presenti Fulvio Conti, Ad di Enel, quello del rigassificatore “Valle dei Templi”, Franco Moretti, Ad delle Ferrovie, e Massimo Ponzellini presidente di Impregilo.
Per dare grande solennità all’avvenimento sono intervenuti il ministro Scajola e il presidente Lombardo ed è stato siglato un accordo dal titolo altisonante “Contratto per il Sud”.
Questo “Contratto” non è stato mai onorato, anche perché intanto il ministro Scajola è stato mandato a casa, avendogli qualcuno a sua “insaputa” pagato l’acquisto dell’appartamento con affaccio sul Colosseo.
I fondi Fas sono stati trasferiti al Nord e, per le altre promesse contenute nel “Contratto”, vogliamo ricordare che le Ferrovie non hanno fatto alcun investimento per modernizzare la rete ferroviaria in Sicilia (l’alta velocità si ferma a Roma) e recentemente, solo per una vibrante protesta popolare, hanno dovuto revocare la decisione di sopprimere alcuni treni per il Nord.
Solo Conti di Enel insiste per il rigassificatore di Porto Empedocle, che non porta sviluppo, non porta occupazione, ma porta devastazione del nostro ambiente e del nostro patrimonio culturale, che è anche patrimonio Unesco.
Quando c’ è da inquinare, i gruppi industriali del Nord si ricordano della Sicilia, a cui i nostri politici ascari aprono “generosamente” la porta, come è successo da più di mezzo secolo e come continuano a fare ancora oggi.
Ci piacerebbe sapere chi, tra questi gruppi industriali di ieri e di oggi, “ha fatto in Sicilia ciò che voleva, mettendo mazzette nelle tasche dei politici”.
Suvvia, on. Lombardo un po’ di coraggio, faccia questi nomi!
E, ai signori magistrati, dico “attisati l’oricchi”.
Siamo di fronte ad una pubblica accusa di corruzione grande quanto una casa, fatta dal più alto rappresentante delle istituzioni siciliane.
Gaetano Gaziano
presidente Associazione” Salviamo la Valle dei Templi”