“Il Piano dei rifiuti non è stato affatto bocciato dalla Protezione civile, anzi abbiamo presentato a Roma il metodo con cui stiamo lavorando ed è stato ampiamente condiviso”. L’assessore regionale all’Energia, Giosuè Marino, ha chiarito, nel corso della tavola rotonda sui rifiuti organizzata da Legambiente, quale sarà il destino del Piano e dalle parole dell’assessore è emerso chiaramente la volontà del Governo regionale di continuare sulla strada intrapresa. Marino ha anche risposto alla domanda non solo degli ambientalisti, ma degli imprenditori e delle parti sociali sugli inceneritori: “Bisogna rispettare l’ordine prioritario previsto dalle normative, raccolta differenziata, compostaggio, trattamenti a bocca di discarica, insomma tecnologie complesse per valorizzare i rifiuti. Solo la parte assolutamente residuale potrà essere valorizzata energeticamente in impianti particolarmente evoluti”. Anche il presidente della commissione Ambiente dell’Ars, Fabio Mancuso, ha confermato che la strada è quella della raccolta differenziata, sottolineando di essere stato sempre contrario agli inceneritori “perchè ritengo che rappresentino un passo indietro rispetto all’evoluzione tecnologica di questi ani” e che sino ad ora per la gestione dei rifiuti siciliani “si sono spesi troppi soldi con pessimi risultati. Bisognerebbe ripartire dalla legge di riforma approvato all’ARS nell’aprile del 2010”.
I due componenti della comissione che sta redigendo il piano, Vagliasindi e Torrisi, così come lo stesso assessore Marino hanno, inoltre, chiarito che non è stata ancora fatta alcuna scelta e che comunque la stessa dovrà essere orientata alla tutela della salute e alla massima economicità del sistema.
“E’ chiaro – commenta Mimmo Fontana, presidente Legambiente Sicilia – che se questi sono i due obiettivi ampiamente condivisi da tutti i presenti alla tavola rotonda, non ci potrà essere spazio per alcun inceneritore. La loro realizzazione sarebbe infatti la soluzione più onerosa e più lunga da realizzare tra le tre su cui si sta concentrando l’analisi della commissione. É però evidente che bisogna prima eliminare la distorsione dovuta all’emergenza che consente alle ditte che fanno incenerimento di compiere speculazione finanziaria drogando il mercato grazie all’accesso agli aiuti di stato per le rinnovabili (CIP 6). Si definisca, quindi, il Piano e si chiuda immediatamente l’emergenza e solo a quel punto ci si rivolga al mercato in una situazione di reale competizione economica tra le varie opzioni, nell’interesse dei cittadini siciliani.”