“Per il rispetto che nutro nei confronti delle istituzioni di cui faccio parte – ha dichiarato Callari -, del Consiglio comunale che rappresento, all’autorità giudiziaria alla quale va tutta la mia stima e rispetto ma soprattutto per l’amore che nutro nei confronti di Agrigento e degli agrigentini, rassegno le mie dimissioni irrevocabili da presidente del Consiglio comunale. Lo faccio nella consapevolezza di dover pensare a giustificare punto per punto quanto mi viene addebitato”.
Giovedì scorso, il presidente del consiglio comunale, aveva avuto notificato dalla Digos di Agrigento il provvedimento a firma del Gip, Luca D’Addario, con il quale imponeva l’obbligo di dimora in città dell’esponente politico.
L’ordinanza di obbligo di dimora per Callari, era stata emessa dal Gip in seguito all’inchiesta sulle missioni istituzionali false, che hanno portato a contestare a Callari l’accusa di peculato, truffa, abuso d’ufficio e falso.
L’avvocato di Callari, Arnaldo Faro, ha ieri presentato un ricorso al Tribunale della Libertà di Palermo per chiedere l’annullamento dell’obbligo di dimora imposto al suo assistito dal Gip del Tribunale di Agrigento.
“Lunedì dopo la seduta del consiglio, necessaria per l’approvazione degli equilibri di bilancio – ha detto Callari -, rassegnerò le mie dimissioni da presidente e rimarrò semplice consigliere”.
Se fossi al suo posto mi dimetterei anche da consigliere comunale.
giuseppe