A chi servirà l’ampliamento della discarica di Siculiana? A chiederselo adesso cominciano ad essere in molti.
A partire dal comune di Montallegro, vicino alla riserva naturale di Torre Salsa, dove dovrebbe sorgere la nuova mega vasca di quasi 3 milioni di metri cubi dell’ impianto di smaltimento gestito dalla ditta Catanzaro, che ha inoltrato un ricorso alla Regione, in merito alla legittimità dell’autorizzazione, per finire con il deputato del partito democratico all’Ars, Giacomo Di Benedetto, il quale ha presentato una interrogazione urgente all’ Assessore Regionale per l’Energia e Rifiuti e all’Assessore Regionale per il Territorio e l’Ambiente.
Ed effettivamente, stando a quanto riportato da ricorsi ed interrogazioni, dubbi ne sorgono tanti.
Una nuova vasca la cui autorizzazione integrata ambientale sarebbe stata rilasciata al di fuori delle previsioni del piano regionale dei rifiuti; in assenza di uno studio di impatto ambientale sull’effetto cumulo dal momento che la quarta vasca dovrebbe essere realizzata accanto alle tre già preesistenti; di dimensioni tali, che potrebbe accogliere il conferimento di rifiuti di gran lunga superiore a quelli prodotti dai 19 comuni consorziati con l’Ato Gesa Ag2.
Una vasca che con la sua capacità di accogliere circa tre milioni di metri cubi di rifiuti, potrebbe servire la metà della Sicilia.
Secondo Di Benedetto, “i numeri, trattati addirittura in eccesso, parlano di 100 mila tonnellate in un anno. E se la matematica non è un’opinione – osserva l’onorevole Di Benedetto – allora la quarta vasca non dovrebbe in ogni caso superare le 600 mila tonnellate, in considerazione del limite massimo di 5 anni di autorizzazione per l’attività di coltivazione delle discariche e di 6 per le discariche certificate. E inoltre perché è stata rilasciata un’autorizzazione integrata ambientale per la quarta vasca seppur ancora operativa la terza vasca, anche’essa gestita nello stesso sito dalla ditta Catanzaro Costruzioni che ha una capacità residua della terza vasca-discarica di 560 mila mc che corrisponde grossomodo al fabbisogno dell’Ato Ag2”.
Stando a questi due conticini, bisognerebbe iniziare a chiedersi a quali rifiuti sia destinata questa ulteriore vasca; quali rifiuti siano stati ad oggi conferiti nella discarica di Siculiana; da dove provengano gli stessi e se è legittimo l’eventuale conferimento in discarica di rifiuti provenienti da posti diversi da quelli dei comuni consorziati con l’Ato Gesa Ag2.
E mentre il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, dichiara: “Siamo disposti a tornare immediatamente a gestire i servizi relativi ai rifiuti. Chiederemo al Presidente della Regione di proporre con la massima urgenza un provvedimento legislativo che consenta ai comuni di tornare ad occuparsi direttamente della gestione del servizio di spazzamento, di raccolta e di conferimento dei rifiuti solidi urbani”, nessuno pare voler mettere il dito nella piaga e chiedersi quanti soldi perde un comune, sul cui territorio ricade una discarica, quando quest’ultima è nelle mani dei privati.
Dunque spazzatura sì, e anche abbondante, ma ritorni economici per chi viene penalizzato, niente.
Non solo, stando al ricorso del Comune di Montallegro, la modifica sostanziale della discarica, scrive l’ avvocato Gianferrara, «non risulta in alcun modo compatibile con il piano regionale di gestione dei rifiuti», mentre l’ultima accusa verte sulla fidejussione bancaria di 195 mila euro presentata dalla ditta Catanzaro. La fidejussione è obbligatoria per legge, ma secondo la perizia del professore Angelini sarebbe dovuta essere di 33 milioni di euro.
Secondo quanto scritto dall’avvocato Mauro Mellini, prima ancora dell’ampliamento e del rpogetto di questa nuova vasca, la discarica fosse originariamente destinata a raccogliere per dieci anni i rifiuti urbani solidi di Siculiana, di Montallegro e Cattolica Eraclea, ma fosse divenuta oramai la pattumiera di mezza Sicilia, in funzione da circa venti anni.
“La storia di quella discarica è del tutto singolare, o, forse, è solo esemplare – scriveva Mellini – La discarica di Siculiana era considerata d’avanguardia per le tecniche impiegate e per il piano di funzionamento e di finale recupero ambientale. I tre Comuni erano costituiti in consorzio ed i lavori di interramento dei rifiuti erano affidati ad una società, pare legata al circuito delle Cooperative, la De Bartolomei, cui si era associato un modesto imprenditore edile locale: Giuseppe Catanzaro, con il fratello Lorenzo.
Senonché la Di Bartolomei andò in fallimento. Il Comune di Siculiana (capo consorzio) anziché procedere ad una nuova gara d’appalto, preferì trasferire senz’altro la gestione dei lavori al Catanzaro.”
Così, mentre i comuni non riescono a pagare il conferimento dei rifiuti in quella che è ormai ‘una discarica privata’ su territorio comunale, grazie a una legge regionale che trasferiva la titolarità delle discariche (e di tutti i contratti e rapporti relativi) dai Comuni o consorzi di Comuni alle imprese impiegate per i lavori di smaltimento, la nostra provincia si trasforma sempre più nella pattumiera dell’isola e, forse, anche di altre regioni.
Se i Comuni sono portatori di interessi relativi al profitto, ma anche di interessi di salvaguardia del territorio e di contenimento dell’inquinamento, grazie a leggi ed autorizzazioni regionali, più o meno legittime, l’unico profitto del quale oggi si tiene conto, è quello dell’impresa, ovviamente privata, che pare trovi la strada spianata per poter aumentare dimensioni e profitti.
Se lo Stato ha il monopolio dei tabacchi, in Sicilia, così come in qualche altra regione, pare che anche la mondezza sia diventata monopolio di poche imprese.
E i Comuni? Si accontentino solo degli ‘odori’ dei camion che percorrono le loro strade…
Gian J. Morici
Non basta neanche l’aumento smisurato dei tumori a Realmonte,Siculiana,Porto Empedocle a frenarli !!
Non c’è più legge nella nostra provincia.Falde acquifere inquinate,percolato sversato dai camion sulle strade,rifiuti pericolosi ammonticchiati.
Ed il cittadino paga !! Anche con la vita.
http://comunicalo.it/2019/06/19/video-procuratore-zuccaro-su-discarica-di-siculiana-e-catanzaro-vessillo-antimafia-per-fare-i-propri-affari/