Apprendiamo con soddisfazione che nella costa occidentale della nostra Provincia si annunciano ulteriori importanti investimenti nel settore turistico per 200 milioni di euro: 2 resort di 5 stelle per 400 posti letto complessivi che vanno ad aggiungersi all’investimento della “Rocco Forte & Family” e a quelli preesistenti della Fintur di Antonio Mangia e di “Torre Macauda”: insomma prende sempre più forma quel “terzo polo turistico” di cui si parla dai tempi del “Progetto SITAS”.
Tuttavia, proprio le esperienze precedenti debbono servirci a placare gli entusiasmi e a pretendere che, sopratutto da parte della Pubblica Amministrazione, si pretendano dagli investitori coerenti politiche di sviluppo che puntino sulle risorse del territorio e attenzione ai diritti dei lavoratori.
Dovremmo pur farlo il “bilancio sociale” per comprendere quante e quali sono state le ricadute sul territorio!
Quanto è stata coinvolta il resto dell’economia?
Così come dovremmo pur chiederci se il territorio è attrezzato per un Turismo di questo tipo e quali iniziative si possono mettere in campo per fare in modo che tali investimenti non diventino solo il lecito arricchimento di pochi “colonizzatori” e non un beneficio per tutti.
Per queste ragioni la CGIL chiede ai Sindaci di quella parte di territorio di volersi fare parte attivi di un ragionamento che porti attorno allo stesso tavolo gli investitori e gli “attori economici” e sociali per discutere insieme di questo tipo di problematiche e nel quale sia possibile anche ragionare su tutte le altre questioni sottese ad investimentimenti di questa natura, in termini di sicurezza, trasparenza e legalità, di rispetto del Contratto Collettivo Nazionale di lavoro, di libertà dell’esercizio dei diritti sindacali, ma anche di assetto complessivo del territorio.
Noi non abbiamo dimenticato che, ad esempio, con Sir Forte non siamo mai riusciti a sottoscrivere alcun “protocollo d’intesa” che pure era stato promesso ed abbozzato.
Così come vorremmo discutere di come uno sviluppo di questo tipo possa avere un effetto di traino per altre questioni rimaste terribilmente indietro, come, ad esempio, la “vicenda termale”.
La CGIL vuole fare la sua parte ma non può rimanere da sola a sostenere che sviluppo e legalità debbono continuare a camminare “a braccetto”: pretendiamo il sostegno coerente delle Istituzioni Locali, che devono guidare socialmente tale sviluppo e non diventare gli “attori non protagonisti” di una vicenda che si svolge nel nostro territorio.