C’è ordinanza di demolizione – scrive il sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto – a cui non ha ottemperato il proprietario del Castelluccio di Racalmuto.
Sono, infatti, scaduti abbondantemente i termini previsti, 90 giorni, per dare esecuzione a quanto previsto da detta ordinanza a firma del responsabile per la repressione dell’abusivismo edilizio, in servizio presso il Comune di Racalmuto, architetto Accursio Vinti.
Tale provvedimento, disatteso da mesi, visto che è stato notificato nel mese di maggio del 2010, prevede la demolizione delle opere abusive realizzate nell’area archeologica denominata Monte Castelluccio ed all’interno ed all’esterno del Bene Monumentale di epoca medievale, su cui grava un vincolo, oltre che archeologico, anche monumentale.
A questo punto, il Comune di Racalmuto – continua Petrotto – è costretto, in osservanza delle vigenti leggi sulla tutela dei Beni Archeologici e Monumentali, a sostituirsi al proprietario che tra l’altro, per conto del Comune aveva curato e presentato il progetto di acquisizione e restauro di detto Bene, salvo poi a comprarselo per sé, senza rinunciare all’incarico pubblico conferitogli.
Il paradosso, degno da Striscia la Notizia o delle Iene di questa vicenda è che, a rigore, lo stesso proprietario, che è anche progettista incaricato dal Comune, dovrebbe, per legge ottemperare all’acquisizione del Bene al Patrimonio del Comune, di cui nel frattempo, si è impadronito in maniera deontologicamente scorretta, per non dire altro.
Bisogna cioè procedere, nel redigere gli atti di acquisizione per sottoporli a quello che a questo punto si rivela un adempimento obbligatorio – conclude il sindaco – , l’acquisizione con delibera consiliare del Castelluccio al patrimonio del Comune nonché dell’area archeologica adiacente, pena la commissione del reato di abuso d’ufficio a fini patrimoniali.