Nella qualità di presidente del consorzio agrigentino per la legalità e lo sviluppo – scrive Mariagrazia Brandara – , ho avuto l’opportunità di partecipare ad un momento formativo sulla valorizzazione e gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, a cura della SSPAL, e sono rimasta colpita dalla lucidità e dal pragmatismo del prefetto Mario Morcone, direttore dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
L’intervento del prefetto ha qualificato efficacemente il livello di concreto confronto fra addetti ai lavori sul cruciale tema dell’assegnazione e della gestione dei beni confiscati alla mafia.
Il momento formativo ha confermato la bontà dell’intrapreso percorso di togliere il potere economico e finanziario ai boss, restituendo questa ricchezza alla comunità. Ciò infatti rappresenta un’operazione di vitale importanza per sconfiggere la mafia e assicurare al nostro territorio una crescita economica sana e duratura.
In questo senso è stato importante registrare la disponibilità del prefetto Morcone a valutare la possibilità -come espressamente richiesto dal presidente della Provincia di Palermo- di destinare una parte del Fondo costituito con le somme sequestrate alla mafia alle associazioni, alle onlus e alle cooperative che gestiscono i beni confiscati e che spesso si trovano a dovere ristrutturare immobili in cattive condizioni o comunque ad affrontare l’avvio delle attivita’ per le quali hanno ottenuto i beni.
E’ stato egualmente importante constatare come si stia valutando la possibilità di assegnare direttamente anche ai Consorzi tra Comuni i beni confiscati , mentre è già stato istituito presso gli assegnatari un elenco pubblico (da tenere sempre aggiornato) attraverso il quale tutti i cittadini possano conoscere i beni assegnati, chi li gestisce e con quali finalita’.
E’ stata approfondita anche la problematica delle numerose aziende confiscate – continua la Brandara -, sottolineando come esse coinvolgano posti di lavoro ed attività imprenditoriali che possono costituire una grande ricchezza per l’economia dei territori. Al riguardo è stata condivisa l’opinione di dover trovare strumenti idonei per salvaguardare sia l’attività imprenditoriale sia i lavoratori.
Il mio pensiero è adesso rivolto ai territori della provincia di Agrigento, dove 37 comuni, pari all’86 per cento, avrebbero un elemento di criticità: quasi tutti i Comuni sono permeati in forma lieve o meno lieve dalla mafia (dati Censis).
Tenendo ciò presente e nella prospettiva di formare nuovi, motivati e preparati amministratori giudiziari si concentrerà la riflessione posta all’ordine del giorno del seminario formativo che il Consorzio Agrigentino Legalità e Sviluppo sta organizzando con l’Università di Palermo in modo da allargare quella rete dei saperi che bisogna valorizzare al fine di evitare – come sottolineato dal prefetto Morcone- che gli incarichi vengano affidati ad una sempre più ristretta cerchia di persone, intercettando quindi la cristallizzazione di vecchie baronie e la formazione di nuove.
Il progetto formativo del Consorzio Agrigentino Legalità e Sviluppo – conclude Mariagrazia Brandara – vuole creare le premesse per un intervento di “specializzazione interdisciplinare”, nella speranza di poter affrontare con consapevolezza e competenza le minacce che rallentano gli investimenti nell’area del Mediterraneo in genere, e in Sicilia in particolare, mettendo in luce le opportunità di tali investimenti ai fini di uno sviluppo vero che avvenga sotto l’egida della legalità.