Grandangolo – il giornale di Agrigento diretto da Franco Castaldo – pubblica nel numero 38 in edicola domani vicende delicate riguardanti imprenditori, appalti, politici e tangenti. Nel periodo di maggiore splendore della stella mafiosa di Maurizio Di Gati, prima boss di Cosa Nostra ed oggi collaboratore di giustizia, il sistema degli appalti pubblici funzionava in questo modo: “Per la spartizione degli appalti si portavano molte buste con lo stesso ribasso per predeterminare i ribassi; c’era comunque sempre bisogno di un appoggio in Comune per l’eventualità che, nonostante il meccanismo di cui sopra, un’impresa non appartenente al giro nostro vincesse per caso la gara: in questa eventualità c’era sempre qualcuno in Comune che sospendeva la gara con una scusa oppure toglieva un documento dalla domanda di partecipazione all’appalto ed escludeva l’impresa dalla gara”. La memoria del pentito è particolarmente gravida di episodi che riguardano innumerevoli comuni e coinvolgono amministratori e funzionari. In particolare, le vicende narrate da Di Gati riguardano, tra gli altri, i comuni di Comitini, Grotte, Racalmuto, Palma di Montechiaro, Ioppolo, la Provincia regionale di Agrigento ed altri enti ancora. Adesso spetterà ai Pm della distrettuale antimafia fare luce su ogni aspetto narrato. Le indagini sono in corso. Ed ancora: medici che curano boss latitanti. Di Gati fa nomi e cognomi. Le indagini sono in corso. L’ex barbiere di Racalmuto aggiunge: “Io e Gerlandino Messina abbiamo fatto ricorso ai medesimi dottori. Io avevo problemi di emorroidi, Gerlandino di vista e denti”. I dettagli su Grandangolo in edicola domani che sui temi della mafia ulteriormente anticipa: Peppe Capizzi obiettivo da eliminare per vendicare la morte di Carmelo Milioti. Ed ancora: Cosa nostra pensava, dopo l’arresto di Luigi Putrone, che fosse stato Jospeh Focoso a farlo catturare. Non era vero. E, sempre su vicende di mafia, Grandangolo racconta i particolari inediti dell’omicidio del capo dell’Ufficio tecnico comunale di Racalmuto, Alfonso Delfino, il cui corpo non è stato mai ritrovato, e gli attentati al gruppo Catanzaro, ben dopo la scelta di collaborare con la giustizia dell’attuale presidente di Confindustria Agrigento, Giuseppe. Intimidazioni che sono state volute da Gerlandino Messina. Una esaustiva pagina politica mette a nudo le debolezze del senatore Benedetto Adragna e del sindaco di Agrigento Marco Zambuto. Leggere per credere. L’intervistona di Diego Romeo questa settimana, è appannaggio dell’ex assessore provinciale Piero Macedonio. Testo da leggere tutto d’un fiato, specie per ciò che dice del ministro della Giustizia Angelino Alfano. . Infine, a pagina 4 le spericolate avventure automobilistiche e i successi di Peppuccio Cuffaro che gareggia per la Yamaha.