Si, ho ripreso il titolo del precedente scritto con cui mi rivolgevo ad Elio — e che, forse con ispirazione galeotta suggerita dal titolo, è stato pubblicato sotto forma di lettera e non come articolo — ma, come puoi notare, questa volta manca la parte “così mi diverto un po’…”.
Infatti, leggendo il tuo articolo sulla multa al consigliere Arnone, per la prima volta mi trovo non a pormi il problema se dissentire o meno dalle tue analisi ma a lottare con un sentimento di delusione come quando, da professore, ho visto il ragazzo bravo ed intelligente cadere sulla domanda banale.
Ma dovevi proprio scriverlo quest’articolo?
O meglio, dovevi proprio scriverlo così?
Capisco che il pezzo si presta a commenti anche divertenti, ma vorrei fare alcune osservazioni,. Sono le mie osservazioni e come tali perfettamente non condivisibili. Ma tant’è.
Il comportamento del vigile è decisamente censurabile, non solo perché è venuto meno al proprio dovere ed è stato, per estensione, irriverente nei confronti dei normali cittadini ma anche perché, e questa aggravante la aggiungo io, questa vigilessa — non quella che si vede nella foto, che con la vicenda non c’entra niente o quasi — ho notato che normalmente è abbastanza “rigida” nei confronti degli “utenti”.
Ma il tuo articolo, pur raccontando l’episodio, lascia ricadere, tra una battuta e l’altra, una certa “responsabilità” sul consigliere Arnone. Ed alla fine resta il dubbio se, quasi quasi, la vigilessa non è altro che una povera creatura terrorizzata dall’orco cattivo.
Eh no! Va bene raccontare i comportamenti censurabili di un agente della P.M. Ma perché i lettori devono sapere il nome del consigliere? E’ importante che si chiami Tizio anziché Caio?
Certo, se risultasse che un consigliere dovesse intimidire in qualche modo un agente allora si che questa sarebbe una notizia degna di nome e cognome.
E, soprattutto, degna della Procura della Repubblica.
I “problemi” in questo caso sono tutti della vigilessa.
Il consigliere Arnone ritengo abbia tutto il diritto, appunto come tutti i cittadini, a posteggiare in divieto di sosta. Se becca la multa, la paga, la strappa, la contesta, insomma ne fa quello che vuole e sono problemi solo e soltanto suoi. Che non meritano neanche un rigo sul giornalino dei ragazzi della media inferiore.
Condivido invece quello che hai scritto relativamente alla rinata “vaniddata”, spettacolo che mi dispiace di non aver gustato in diretta in quanto tra tante finte allegrie di Mandorli in Fiore e Notti Bianche, per lo meno questo, seppur recitato a braccio, aveva almeno il pregio della spontaneità.
Dicevo, hai ragione: è una storia vecchia e, raccontata da due marciapiedi opposti, sa di faida.
Avresti potuto far un buon articolo su questo, ripercorrendo le vicende che hanno portato il Comune a vendere i “tesori” di palazzo CREA prima e dell’ex sede dei Vigili del Fuoco prossimamente, lasciando in ogni caso vuote le casse comunali.
Invece hai fatto lo stesso scoop che Canale 5 fece sul giudice Misiani: hai filmato i calzini color turchese.
Con affetto e stima.
COSIMO PIOVASCO DI RONDO’
Sapere che un consigliere comunale non rispetta le regole beccandosi una multa ritengo sia una notizia di questi tempi (in genere non solo nessuno li multa ma, neppure se ne parla e forse è pure scomparsa la forza di indignarsi) . In genere chi ci amministra dovrebbe dare l’esempio e se sbaglia dovrebbe essere data all’errore tanta visibilità quanto un politico ne pretende allorquando fa qualcosa di buono.
Proprio per il ruolo che occupa, un consigliere o chiunque goda di una certa visibilità deve essere di esempio “positivo” per la collettività. Non parlare di questo fatto, secondo la mia opinione, sarebbe stato un’errore. Lo stesso errore che si può ravvisare nell’esitazione e nella paura del vigile ad elevare la contravvenzione.
Il pagamento della multa è il minimo. Anche chi costruisce abusivamente, pagando poi la sanatoria sana la sua posizione, ma una macchia resterà sempre nella sua immagine ancor più che nella sua coscienza. Quella macchia che a chi ha sbagliato impedirà di ricadere nell’errore dell’abuso in questo caso. Si, abusare del silenzio della gente che vede, non parla e sopporta.
Caro Cosimo sei un grande!
C’è puzza di bruciato. Ho esaminato il video su youtube, ho letto l’articolo di Cosimo ho letto altri commenti di Cosimo.
Sono vicino alla soluzione del caso.
Non ve la dico subito. Ma vi dò un aiutino.
Come ha fatto Cosimo a sapere, lo stesso giorno del fattaccio, che
1) Il vigile Urbano è una donna?
2) come fa a dire che non è quella che si vede dalla foto ?
3) come fa a saperlo Cosimo ?
4) chi è Cosimo?
a presto
il vostro Commissario Montalbano0
Gentilissimo Editore,
ad Agrigento abbiamo avuto (ed è storia)
1) sindaci che hanno “inventato” le sanatorie edilizie quando nel resto d’Italia non esistevano. E ci hanno realizzato gli ecomostri che fanno da quinta scenica ai templi, ossia i palazzoni delle vie Empedocle, Porta di Mare, ecc., molto più alti del consentito (anni ’60, v. anche libro Lillo Miccichè);
2) sindaci che hanno sbancato abusivamente zone di pregio paesaggistico (Montegrande), per realizzare investimenti turistici, poi fortunatamente bloccati dalla magistratura e condannati per gli scempi (anni ’80-90);
3) sindaci che hanno fatto di tutto e di più: a titolo solo esemplificativo costruire, dai ruderi di un ovile, una grande villa nella zona di maggior tutela della Valle dei Templi, villa oggi rifinita e abitata, nonostante la condanna (anni ’90-2000)
e questi erano i sindaci… ma Agrigento è stata malgovernata non solo dai sindaci, ma da tutti quelli che attorno a loro ruotavano e “mangiavano”:
4) imprenditori “illuminati” che lottizzavano abusivamente ampie zone agricole, edificandole con lauti illegali guadagni;
5) tecnici progettisti e urbanisti ancor più “illuminati” che hanno reso Agrigento un monumento all’invivibilità;
6) cittadini per nulla rispettosi della legge, al punto da arrivare a un numero di pratiche di sanatoria edilizia abnorme per una città di 60.000 abitanti o giù di lì (ritengo almeno 13.000 pratiche tra l’85, il ’94 e il 2003, delle quali l’80% non ancora definite, ossia per cui non sono ancora stati pagati gli oneri di urbanizzazione. E per ogni pratica, ricordiamolo, ci sono una o più unità immobiliari…).
Questi sono fatti e numeri. E concentrarsi su una multa per divieto di sosta, caricarla di emblematici significati, a mio avviso distoglie alquanto dai veri fatti e dai veri numeri. Soprattutto se si approfitta, in questo modo, per non vedere (e non far vedere ai qualificati lettori) ciò su cui, invece, ci si dovrebbe molto soffermare, per capire, per ricordare, per non ricadere negli errori del passato…
‘A COMMISSA’, VABBE’ CHE GLI SBIRRI HANNO FIUTO MA SO’ DEFICITARI DE GRAMMATICA E SINTASSI…MA LEI NUN SSE MAI INFORMATO CHE C’E’ LA TASSI E LA PARATASSI? S’ANNASSE A ENFORMA’ DE NU POCO DE STRUTTURALISMO CON QUELLO CHE SI CHIAMA, COMO SE CHIAMA? AH! ECCO LEVY-STRAUSS. CE FACILITEREBBE LE INDAGINI E CAPIREBBE SUBBBITO CHE COSIMO “PIOGGERELLINA” E’ LO STESSO CHE FA…. ‘A COMMISSA’ NUN ME FACCIA FA ‘O DELATORE…E POI NUN S’ACCORGE CHE I POST SO’ TUTTI CLONATI E RICICLATI DA’ SOLITI IGNOTI “CHIAGNE E FOTTE” CHE USANO I SITI COME UN ORINATOIO…LEVANNOCCE QUARCUNO SERIO IL RESTO E’ DA ANALIZZA’ COME A TONY SOPRANO…GLIE’ DO’ ‘NA DRITTA, CERCASSE TRA L’ASSOCIAZIONE CARISMATICI DEL PD DOVE CCE SSO’ IO (MA CHE STA PENSANDO? NEL PD, NO NE’ CARISMATICI) E PURE TRA I FONDAMENDALISTI DELL’IDV CHE SO’ CONOSCIUTI DALL’EDITORE CHE PERO’ COMMO A MME NUN FA ‘O DELATORE…NUN ME FACCIA PARLA’ ….SO’ CAZZI SUOI….
LA SALUTO COMMISSA’…..