“E’ un’altra importante vittoria nel lungo e complesso cammino che sta portando gli agrigentini ad affrancarsi dall’atavica schiavitù legata alla mancanza d’acqua”: è questo il primo commento “a caldo” del sindaco di Agrigento Marco Zambuto dopo aver letto la lettera del Dirigente generale del Dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti che comunica ufficialmente il proposito di procedere al riscatto dell’impianto di dissalazione ad osmosi inversa da 100 litri al secondo di Porto Empedocle.
Progettato nel 2005 a seguito di ordinanze del Commissario delegato per l’emergenza idrica per l’approvvigionamento idrico della città di Agrigento, ed entrato in esercizio nel 2007, tale impianto ha funzionato con apparecchiature elettromeccaniche fornite dalla stessa società che ha proceduto alla sua costruzione e gestione.
Per tale motivo il contratto in essere con tale società ha stabilito che a conclusione del periodo di ammortamento previsto in tre anni e comunque al raggiungimento di una fornitura complessiva di circa 10 milioni di metri cubi d’acqua, la Regione potesse procedere al riscatto dell’impianto versando la somma di 500 mila euro più IVA.
Già nelle scorse settimane, nell’approssimarsi della data di scadenza del contratto, l’Amministrazione comunale aveva sollecitato la Regione a pronunciarsi nel merito. Addirittura la scorsa settimana anche il Consiglio comunale si era unanimemente espresso nel senso di mantenere in vita detto dissalatore, proponendo che potesse essere lo stesso Comune ad esercitare il diritto di riscatto.
Una conseguente accorata lettera del sindaco Zambuto al Presidente della Regione ed agli assessori competenti aveva ulteriormente ribadito tale intendimento rappresentando comunque che il Comune, dopo il passaggio delle competenze in materia di servizio idrico alla società di gestione dell’ambito territoriale, non poteva procedere a gestire direttamente detto impianto.
“Ora la lettera del 10 agosto – prosegue il primo cittadino di Agrigento – chiude questo capitolo perché siamo riusciti a convincere la Regione, dopo un primo atteggiamento di poco interessamento che avevamo avvertito nei mesi scorsi quando era stato detto che le complessive risorse idriche attualmente disponibili non comportavano la necessità di avere a disposizione anche l’acqua prodotta dal dissalatore di Porto Empedocle, che sarebbe stato delittuoso fermare quest’importante opera costata diversi milioni di euro.”
“Vero è – dice ancora Zambuto – che tra le motivazioni del riscatto dell’impianto si fa riferimento all’eventualità di fronteggiare le emergenze idriche dell’area dell’intera provincia di Agrigento, sottolineando i suoi bassi costi di gestione, ma ci tranquillizza il fatto che il rischio di un fermo di tale dissalatore sia ormai scongiurato, e ciò grazie anche all’apporto unanime espresso dal Consiglio comunale.”
“Adesso ci attendono altri passaggi quali quelli relativi alla definizione della conseguente gestione, ma quello che più ci impegnerà nelle prossime settimane – conclude il sindaco di Agrigento – è sicuramente la conclusione della procedura relativa al finanziamento della nuova rete idrica interna che, insieme ad un costante approvvigionamento, sarà l’intervento che dovrebbe porre la parola “fine” al problema della sete degli agrigentini.”