Non si spiega diversamente quanto affermato dal noto ambientalista nel suo comunicato stampa, che pubblichiamo integralmente affinché siano i lettori a poter giudicare quanto dannoso può risultare bere acqua di mare inquinata.
Scrive Arnone:
Conferenza stampa di questa mattina: tutte le amenità, stravaganze e bugie dei
signori giornalisti Di Bella, Morici e Romeo.
Perfetta consonanza tra le analisi di Goletta Verde e quelle dell’ASP di Agrigento.
Premio “Pinocchio dell’anno” a chi è perfino riuscito a sostenere il contrario.
La conferenza stampa di questa mattina, brillantemente ed esaurientemente tenuta dal
sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, ha registrato un atteggiamento “singolare” da parte
di alcuni giornalisti – o presunti tali – che, piuttosto che porre domande, hanno illustrato
una serie di teorie, alcune assolutamente fantasiose.
Qualcuno di loro, poi – ci si riferisce in particolare a Gian Joseph Morici – forse aiutato da
una robusta colazione (non proprio a base di latte fresco, ma con prodotti vitivinicoli di
qualità non eccellente) ha pure evidenziato abbondanti menzogne contestualmente in
danno del mare di S. Leone, di Goletta Verde e dell’associazione Legambiente.
Il “poco sobrio” Morici ha pinocchiescamente asserito che Goletta Verde avrebbe
evidenziato “un grave inquinamento nel mare sanleonino”. E, addirittura, l’euforico Morici
(per l’occasione ribaltando i ruoli) ha affermato l’opportunità, per il Comune di Agrigento, di
chiedere a Legambiente una forma di risarcimento per il “danno di immagine” subito.
Se noi avessimo la certezza che il giornalista Morici, oltre ad amenità e bugie, produce un
reddito, chiederemmo a lui di risarcire i danni, dal momento che si è letteralmente
inventato questi “allarmanti risultati” di Goletta Verde “disastrosi per il mare di S. Leone”.
Oggi ho potuto verificare che l’assoluta coincidenza tra i dati resi noti dall’A.S.P. di
Agrigento e quelli forniti nelle scorse settimane da Goletta Verde: le forme di inquinamento
presenti nei pressi della foce del fiume Akragas (zona che peraltro non sarebbe
balneabile), nonché nei pressi dello scarico abusivo nei pressi della villetta Sandro Pertini,
evidenziato proprio da noi di Legambiente, poi ripulito ed eliminato dal Comune.
Pure molto singolari, ma in questo caso si tratta solo di “teorie scientifiche” tanto disastrate
quanto innovative, le “valutazioni” del giornalista Elio Di Bella, secondo cui gli scarichi
conformi alla legge operati tramite il pennello a mare dei Padri Vocazionisti, che scarica a
tre km dalla riva e a 20 metri di profondità, comporterebbero il ritorno a riva non solo delle
acque luride, ma addirittura delle feci integre, fotografate nei giorni scorsi nei pressi della
battigia. Il “novello ingegnere idraulico, biologo marino e infettivologo” Di Bella ignora:
a) che a monte dei pennelli vengono effettuati la rotostacciatura e gli altri trattamenti di
primo livello che impediscono di scaricare in mare qualsivoglia corpo solido;
b) che una “cacca intera” come quella fotografata nei giorni scorsi a mare non può che
essere prodotta in loco (ovvero, artatamente e a bella posta, trasportata in loco
“calda calda”). Non può nemmeno provenire dai numerosi scarichi abusivi, perché
gli scarichi abusivi sono comunque tali da frammentare e disintegrare le feci, a
meno che il “produttore” delle medesime non beva abitualmente colla vinavil;
c) che la Regione aveva previsto e finanziato con legge i pennelli a mare come sistemi
di smaltimento, in quanto le ricerche scientifiche ne garantivano l’efficacia, nel
senso che il mare aperto, a quelle distanze da riva e profondità, garantisce una
ottimale diluizione e quindi autodepurazione.
Al giornalista Diego Romeo vanno ricordati i meriti nel battere l’inquinamento del mare
della “santa alleanza” sindaco Zambuto, Arnone più ambientalisti e Girgenti Acque,
questa “santa alleanza” ha realizzato il nuovo pennello a mare, ha già avviato l’iter del
nuovo depuratore del villaggio Mosè che smaltirà anche i reflui di Favara, comune che
notoriamente non scarica nel Po, ma nel fiume Naro, fiume Naro che non sfocia
nell’Adriatico, ma nel nostro “mare agrigentino”. Se Romeo, per comprendere bene
questi concetti, necessita di un testo elementare di geografia, siamo sempre disposti a
fornirgliene uno, eventualmente utilizzando i risarcimenti che dovrebbe pagare Morici.
Agrigento, 28 luglio 2010
Il consigliere comunale del P.D.
Avv. Giuseppe Arnone
Questo il comunicato stampa di Legambiente al quale si è fatto riferimento:
Palermo, 22 luglio 2010 comunicato stampa
Goletta Verde di Legambiente a Palermo presenta le criticità del mare e delle coste siciliane
SOS foci e depurazione: fortemente inquinati18 dei punti analizzati
Pizzo Sella: ecomostro da top five che vale la Bandiera Nera al Sindaco di Palermo
Legambiente: “Gli scarichi non depurati di 2,3 milioni di siciliani e il cemento selvaggio sono i nemici dichiarati di mare e coste”
32 le località della Sicilia premiate dalla Guida Blu di Legambiente e Touring Club
Diciotto punti fortemente inquinati e due inquinati. È il bilancio, in estrema sintesi, delle analisiche i biologi del Cigno Verde hanno realizzato lungo le coste della Sicilia. La contaminazione microbiologica arriva dalle foci di fiumi e corsi d’acqua minori. Tredici su venti dei punti monitorati, infatti, interessano foci di fiumi, torrenti e fiumare, che in undici casi sono risultati gravemente contaminati e nei restanti due inquinati. Sorvegliati speciali per l’inquinamento biologico anche i depuratori e gli scarichi di tubi e condotte fognarie, che rappresentano altri cinque punti campionati e che sono emersi sempre fortemente contaminati. La contaminazione non risparmia neanche lidi e scogliere, come dimostra il punto analizzato alla Scogliera Santa Panagia di Siracusa.
È questo l’sos lanciato da Goletta Verde – la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo di Consorzio Ecogas e Novamont – a conclusione della tappa siciliana.
Le criticità del mare e delle coste della Sicilia sono state presentate questa mattina a Palermo da:
Mimmo Fontana, Presidente Legambiente Sicilia; Sebastiano Venneri, Vicepresidente
Legambiente Nazionale; e Gianfranco Zanna, Responsabile Beni Culturali Legambiente Sicilia.
Focalizzate sui punti critici, le analisi dei biologici di Goletta Verde hanno rilevato con
campionamenti puntuali una situazione da codice rosso presso le foci dei fiumi, con grave rischio anche per le zone limitrofe. Presi di mira gli sbocchi a mare dei fiumi Alcantara, Imera, Oreto, Nocella, Modione, Mazaro, Modica e Irminio, più quelli dei torrenti Patrì, lungo la costa Barcellonese, Ippari e di un torrente nel territorio di Licata, che sono risultati tutti gravemente contaminate. Inquinate, con un livello di contaminazione microbiologica minore, anche le foci dei fiumi Akragas e Simeto. Allarmanti anche i prelievi effettuati a valle dei depuratori, o nei pressi di scarichi di tubi e fogne. Nella fattispecie sono stati monitorati e sono risultati con valori
di inquinamento microbiologico ben al di sopra dei limiti di legge lo scarico a valle di un
depuratore a Castelvetrano, in località Marinella di Selinunte, lo scarico a mare del
depuratore consortile del comune di Carini, un tubo di scarico nel comune di Mazara del Vallo, lo sbocco di una fogna in Contrada Targia, nel comune di Siracusa e il tubo di una fogna abusiva in località San Leone, nel comune di Agrigento. E purtroppo l’inquinamento microbiologico non risparmia neanche le zone di maggior pregio, come dimostra il prelievo effettuato allo scarico di una fogna a mare nel comune di Acitrezza, proprio nell’AMP Isole Ciclopi.
“Le analisi di Goletta Verde sono un forte grido d’allarme: mettono in evidenza una situazione di
gravissimo deterioramento dei fiumi, e quindi del mare siciliano – ha commentato Sebastiano Venneri, Vicepresidente Legambiente – proprio nell’anno in cui è entrata in vigore la nuova normativa sulla balneabilità, con limiti assai più permissivi rispetto alla precedente Dpr 470/1982. È del tutto evidente come la grave contaminazione microbiologica dei fiumi siciliani sia legata a doppio filo con reti fognarie e servizi depurativi deficitari, e in alcuni casi totalmente assenti. E come se non bastassero i casi di scarsa depurazione, o cattiva manutenzione delle condutture, sul servizio di depurazione delle acque reflue pesano anche gli scarichi abusivi. Come denunciato dal dossier Mare Monstrum 2010, infatti, solo nei passati 12 mesi sono stati accertati 159 reati per
inquinamento delle acque. Non a caso in Sicilia il servizio di depurazione raggiunge solo il 54% delle popolazione, lasciando scoperti 2,3 milioni di persone. La grave carenza sul fronte del collettamento fognario e della depurazione, d’altra parte, è confermata anche dall’Arpa Sicilia, che nel dipinge un quadro piuttosto incoerente rispetto alla media nazionale e denuncia come solo il 71% dei depuratori presenti sull’Isola siano in funzione. Un’ulteriore conferma arriva anche dall’Unione Europea, che individua nel territorio siciliano il peggiore caso comunitario per quanto riguarda il trattamento delle acque reflue urbane”.
Appurato che la media regionale per il servizio di depurazione è del 54% , si riscontrano casi di città rimaste molto indietro, come Palermo e Catania, il cui servizio di depurazione arriva solo alle soglie del 33%, tagliando fuori, rispettivamente, 445 mila e 200 mila cittadini.
Maggiori informazioni, si trovano sul sito di Legambiente alla pagina:
http://risorse.legambiente.it/docs/Palermo.0000001501.pdf
Ad Arnone, posso solo rispondere che all’acqua di mare, che causa tali strani effetti, preferisco una fresca aranciata.
P.S. Il “poco sobrio” Morici, non è uso a bere alcolici, né acqua di mare.
Gian J. Morici
10 Responses to Ad Arnone l’acqua di mare evidentemente fa male