Le dichiarazioni del vescovo di Agrigento Montenegro pronunciate in occasione della festa di San Calogero meritano una riflessione approfondita.Si tratta di un discorso rivolto ai fedeli ma anche
alla vasta comunità agrigentina e quindi anche alle istituzioni ed alla politica.Montenegro avverte un senso di egoismo che si diffonde a scapito della solidarietà e dell’avvertenza di un comune cammino.L’egoismo è una forma di chiusura verso l’altro,extracomunitario o meno,che viene visto come un diverso se non come un avversario.Questa forma di estraniamento umano trova
conferma nell’avventata forma di considerare l’Italia non come un Paese unico, nato dalle lotte risorgimentali e di liberazione,ma come una entità in cui il Nord viene ad esercitare una forte
onnipotenza a scapito delle regioni meridionali avversate oggi dal sottosviluppo e dalla criminalità organizzata.Un accenno indiretto alle parole pronunciate nella Valle dei templi da Giovanni Paolo II
quando condannando la mafia affermò che la mafia si combatte con il lavoro,l’educazione ai valori civili ed etici ed al superamento degli storici steccati tra Nord sviluppato e Sud arretrato.Montenegro quindi interpreta il messaggio universale della Chiesa con puntuali riflessioni indicando nell’amore per la gente ed i suoi problemi il primo compito dei politici che debbono smetterla con la politica rissosa,clientelare,estranea alle comunità dei meriti e dei bisogni.In definitiva Montenegro chiede una forte inversione di tendenza e spiega ai politici che il loro ruolo deve collegarsi alle comunità in un anelito di rispetto di valori condivisi nel segno di un nuovo umanesimo sociale.
Giovanni Palillo Segretario Regionale PSI