L’Amministrazione comunale informa che a partire da questa sera, alle ore 21, presso la struttura teatrale di piano San Gregorio a cura dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, hanno inizio le rappresentazioni classiche nella Valle di Templi. Dette manifestazioni includono la commedia di Aristofane “Lisistrata” prevista per questa sera, poi giovedì 1 luglio la tragedia di Sofocle “Aiace” e, infine ,venerdì 2 luglio la tragedia di Euripide “Fedra”.
Il costo del biglietto per una singola rappresentazione è di euro 15.00 mentre l’abbonamento costa 40 euro e tali tagliandi possono acquistarsi presso la biglietteria del teatro oppure in prevendita con una maggiorazione di 2 euro presso il “Box Office” di via Cicerone ed il CTS di via Cesare Battisti.
Di seguito una breve nota sulle tre rappresentazioni.
“Lisistrata” è una commedia di Aristofane, rappresentata per la prima volta ad Atene nel 411 a. C., che prende il titolo dal nome dell’eroina protagonista il cui nome significa “Colei che scioglie gli eserciti”. È nota al grande pubblico per il celebre sciopero del sesso, con cui tutte le donne elleniche, convinte dall’ateniese Lisistrata, ricattano gli uomini affinché pongano fine alla guerra del Peloponneso che da lungo
tempo travagliava la Grecia.
“Aiace” è una tragedia di Sofocle, la cui prima rappresentazione forse risale intorno al 445 a. C.. Aiace è offeso e infuriato perché le armi di Achille sono andate ad Odisseo invece che a lui. Per vendicarsi nottetempo vuole trucidare il maggior numero possibile di Achei, ma Atena se ne accorge e, ingannatolo, lo manda contro le pecore. Tornato in sé si vergogna e si rammarica talmente tanto che ritiene unica uscita dal suo disonore il suicidio: lo commette sulla riva del mare.
“Fedra” è una tragedia di Euripide del 428 a. C.. Ippolito, figlio di Teseo re di Atene, è dedito alla caccia ed al culto di Artemide, divinità estranea ad amore e passione. Afrodite, la quale non sopporta il disprezzo di Ippolito per l’amore e le donne dovuto al culto di Artemide, decide di vendicarsi. Con i suoi poteri divini fa innamorare di Ippolito la sua matrigna, seconda moglie di Teseo, Fedra. In principio la regina non rivela i propri sentimenti al figliastro, ma con il tempo Fedra non riesce più a tenere nascosta la passione e si confida con la nutrice, premurandosi che la serva non dica nulla ad Ippolito. La donna, tuttavia, la tradisce, rivelando i sentimenti della padrona ad Ippolito, che, indignato, fugge dalla città. Questo provoca il suicidio di Fedra che, prima di uccidersi, lascia una lettera a Teseo nella quale narra di essere stata violentata da Ippolito. Teseo così chiede vendetta a Poseidone e sulla strada il giovane Ippolito viene attaccato da un mostro marino che lo fa cadere dal cavallo, ferendolo a morte.