— 23 giugno 2010 — Operazione Meta. Si chiama così, in codice, la grande offensiva che questa mattina i Reparti Operativi Speciali dei Carabinieri hanno lanciato in tutta Italia, operando in Calabria, Lombardia, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Sono 42 le ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di presunti esponenti delle più importanti cosche della ‘ndrangheta, ai quali vengono contestati, tra gli altri reati, associazione mafiosa, estorsioni e turbata libertà degli incanti. Le indagini hanno consentito di ricostruire gli assetti criminali di Reggio Calabria, documentando gli accordi tra le cosche dei Condello e dei De Stefano-Libri, un tempo contrapposte ed oggi alleate nel perseguimento di interessi comuni. E’ stata anche accertata la costituzione di un organismo decisionale, una sorta di cupola, al vertice del quale c’erano Pasquale Condello, detto ”il supremo”, arrestato nel febbraio del 2008 dopo 18 anni di latitanza, e Giuseppe De Stefano. Secondo gli inquirenti, era proprio De Stefano, figlio del defunto boss Paolo, a gestire i grandi appalti del reggino e le aste immobiliari, anche per conto delle altre famiglie. Tutto in una sorta di grande pax. Nell’ambito dell’operazione sono stati anche sequestrati beni per un valore di oltre cento milioni di euro. Tra questi, un noto lido di Reggio Calabria e anche una casa di riposo per anziani. Tra gli arrestati ci sono decine di insospettabili imprenditori e avvocati, che facevano da prestanome dei boss. Risulta al momento ricercato il sindaco di San Procopio, Rocco Palermo. Secondo gli inquirenti, sarebbe vicino al clan Alvaro, che lo avrebbe sostenuto per le elezioni comunali, riuscendo a farlo eleggere. Ma il clan avrebbe sostenuto anche esponenti dell’opposizione, proprio per falsare le elezioni.