Il delitto Matteotti è stato ricordato quest’anno dai socialisti agrigentini con un convegno che si è svolto presso la Biblioteca comunale. Vi hanno partecipato come relatori l’on. Luigi Granata, il segretario regionale del PSI Giovanni Palillo e l’avv. Eneico Quattrocchi. Gli interventi sono stati moderati da Gaspare Agnello preceduti da un breve saluto del presidente dell’AICS Calogero Basile.
“La Costituzione italiana –ha esordito Granata-è frutto di una lunga lotta contro il fascismo e il delitto Matteotti fu un episodio centrale dell’instaurarsi del regime fascista nel nostro paese,. Adesso ricordiamo Matteotti perché non si smarrisca la memoria di quanti hanno combattuto in difesa dei loro ideali per affermare i valori di libertà e di giustizia sociale nel nostro paese. E nel momento in cui in Italia certo non ci sono da fare paragoni con i tempi della dittatura non c’è dubbio che la Costituzione è il punto di arrivo della grande lotta del popolo italiano subito dopo la guerra di liberazione e rappresenta un punto centrale della storia del nostro paese e oggi per molti versi la Costituzione viene messa in discussione anche nei suoi principi fondamentali. Allora il senso di questa manifestazione si inscrive nella difesa della Costituzione italiana di quei valori di libertà e democrazia di cui essa è fondamento.
Il segretario regionale Palillo ha ricordato le nuove ricerche storiche che hanno portato al delitto Matteotti. Innanzitutto dobbiamo dire che Matteotti fu apostolo di ragione e di verità come ha detto il grande giurista Giuliano Vassalli e sulla sua morte si dice che gli assassini siano stati mandati da Mussolini ma c’è anche un’altra interpretazione storica che attribuisce ad ambienti della Corona , di re Vittorio Emanuele che avrebbero ucciso Matteotti perché in un discorso alla Camera aveva denunziato tangenti offerte dalla Sinclair oil, petrolifera americana alla quale Mussolini aveva assegnato per le ricerche petrolifere il sottosuolo italiano e anche quello delle colonie in Africa. Quindi i misteri iniziano da quel delitto. Oggi invece abbiamo tutta una serie di fatti che non sono stati evidenziati da Ustica alla morte di Falcone e Borsellino, alla strage di Bologna, quella di Piazza Fontana dove a quanto pare oltre agli assassini materiali ci sono mandanti che apparterrebbero ai servizi deviati dello Stato. Addirittura c’è una interpretazione non so quanto verosimile che attribuisce gli omicidi di Borsellino e della scorta a rapporti tra una parte politica e settori dei servizi segreti e la mafia. Questa storia di misteri fa si che nel paese non ci sia una vera e propria democrazia. Oggi alla luce di questi fatti e anche alla luce della legge sull’imbavagliamento dei media che restringono certamente la democrazia io credo che la lezione di Matteotti sia attuale perché se non possiamo dire di essere a quei livelli perché c’è una democrazia formale tuttavia vedo che tutte queste leggi che mettono in difficoltà la conoscenza di fatti e impediscono ai giornalisti di pubblicare, anche se va rispettata la privacy , impediscono alle forze dell’ordine e alla magistratura di indagare su delitti di un certo peso. Questo non serve alla sicurezza e alla democrazia del nostro paese quindi la leszione di Matteotti è attuale perché è stato un grande giurista, un grande organizzatore politico, un grande deputato ,grande oratore e la sua lezione e il suo sacrificio vanno consegnati alle giovani generazioni”.
Enrico Quattrocchi ha sottolineato” l’esigenza che ritorni il socialismo e che ci sia un partito riformista in Italia . Oggi l’unico riformista che da una indicazione riformista vera è il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che sembra non abbia un partito adeguato nel paese. I socialisti non solo dovrebbero ricordare i loro eroi del passato e l’impegno che hanno avuto nel rinnovare e far avanzare la democrazia e la libertà nel nostro paese ma soprattutto impegnarsi perché il socialismo sia ancora una volta una scelta politica convinta e collegata al socialismo europeo”. (D.R.)