“Il caicco che deturpa l’area marina protetta delle Egadi, come è visibile in foto, strappando gran parte della poseidonia presente nel fondale del porto di Favignana, si chiama Hande Capo Galera”.
Ad affermarlo è il prof Antonello Nicosia, Componente comitato nazione Radicali Italiani e Direttore osservatorio internazionale dei diritti umani.
“La società che lo gestisce é denominata La Baia del Caicco. La presenza dell’imbarcazione è soltanto un esempio di “saccheggio” delle Egadi. Un’area naturale, un tempo pressoché incontaminata, adesso subisce l’attacco violento alla sua flora marina minando un paesaggio, vanto del territorio isolano. Proprio quell’area è oggetto di dissenso da parte del Comune e dell’Ente Area Marina Protetta delle Egadi – prosegue Nicosia – che muovono un’ accesa contestazione ad una società che per anni ha istallato, dietro autorizzazione del Demanio Marino, dei pontili galleggianti per l’ormeggio dei natanti . Tale servizio reso all’isola e ai turisti diportisti, crea un forte danno ecologico compromettendo il perfetto equilibrio marino. La stessa società dopo aver ricevuto il divieto di istallazione si è rivolta al competente Tribunale, per avere giustizia, ma il Sindaco e il Direttore dell’area Marina, pare non abbiamo inteso e rispettato le sentenze.
La situazione è la seguente: i pontili sono stati presi d’assalto, i posti barca a Favignana scarseggiano ed pirati del mare, con le loro ancore per ormeggiare, continuano a deturpare il fondale. Un po’ pirandelliana come vicenda, ma Agrigento non dista molto dalla bella isola delle Egadi…
Dal deturpamento della bellezza naturalistica che ci offre Favignana, ci spostiamo su un altro fronte, passando in rassegna la cattiva gestione delle risorse turistiche.
Ristoranti gestiti da forestieri, i quali maltrattano i turisti, servendo cibi di scarsa qualità, dando un’ immagine fuorviante della delizia delle prelibatezze nostrane;
auto parcheggiate in prossimità della spiaggia tra le antiche ancore della Tonnara Florio e i bar. Per non parlare del mercato improvvisato da commercianti, probabilmente privi di licenza, i quali creano un danno all’economia dei locali esercizi commerciali.
Tra il trambusto, il caos ed i profondi segni di inciviltà, mi sovviene un profondo rammarico poiché è la Sicilia che ispirò versi e pensieri. Citiamo Goethe, il quale, durante il suo viaggio in Italia, giungendo in Sicilia disse: “l’Italia senza la Sicilia non lascia nello spirito immagine alcuna… La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita.”
Questo è il vero grande possesso che possiamo arrogarci in Sicilia, la Bellezza, una bellezza che ci è stata lautamente concessa dalla natura.
Probabilmente ad amare le isole dell’arcipelago siamo rimasti in pochi, chi vi opera pensa soltanto a sfruttare il momento e a non pensare al domani.
Un domani che grava sulle nostre spalle e su un fragile e sottile equilibrio.
Ho avuto questa sensazione circa 10 anni fa e oggi purtroppo ne ho la conferma, sempre meno turisti e sempre più disagi…
Mi auguro – conclude il Direttore osservatorio internazionale dei diritti umani – che la società che gestisce gli ormeggi possa al più presto installare i pontili galleggianti e mi auguro caldamente che il grosso caicco possa trovare il proprio “spazio”, senza creare forti danni alla flora marina, permettendo, ancora, a chi volesse farlo, un tuffo nelle pulite acque del porto.
Chissà cosa avrebbe detto Goethe se avesse ripetuto un altro viaggio in Sicilia,oggi. Avrebbe ancora pensato che “in Sicilia si trova la chiave di tutto”?
A chi legge lascio una profonda riflessione…
GENTILE Prof Nicosia.
Lei è molto morbido nei confronti di ciò che AVVIENE A fAVIGNANA. Oltre il problema del caicco molti altri problemi stanno snaturando l’isola e le stanno sottraendo vivibilità. Si parte dallo sfruttamento indegno delle coste, concesso dal demanio regionale senza un minimo di buon senso, all ‘uso smodato del suolo pubblico che con i suoi tavoli e le sue pedane rende il centro impraticabile ai pedoni; dalla totale omologazione della gastronomia (fatta eccezione per pochissimi)al 90% basata su pesce congelato all’invasione delle bici in un’isola che non può definirsi ciclabile dato che non esistono piste ad hoc; dai rumorosi karaoke notturni in piazza ai kioski piazzati su8lle spiagge con musica a tutto volume; dal parcheggio selvaggio senza rispetto di curve e incroci all’abusivismo più totale in tutti i campi…E potrei continuare. Ho creduto nel turismo e l’ho esercitato cercando di trasferire al turista una immagine attraente di quest’isola così ricca di bellezza e di storia ma mi rendo conto che un accumularsi di errori e leggerezze sta finendo per uccidere l’isola stessa ed i pochi abitanti DOC ancora rimasti. Non credo che potrà esserci una inversione di marcia, i veri favignanesi che amano l’isola sono rimasti in pochi, gli altri, come ha giustamente detto lei, a fine estate vanno via col malloppo senza porsi problemi
Preg.ma Maria, morbido non lo sono mai stato, non volevo dilungarmi per evitare di annoiare il lettore, nel prossimo articolo spero di non parlare più delle brutture, ma solo delle meraviglie che le Egadi ci riservano.
Buon lavoro
Antonello Nicosia
P.s. Io continuerò a navigarle…