Ad indignarsi per quanto sta accadendo al magistrato antimafia Salvatore Vella, sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento, al quale è stata revocata la scorta, è Nico Miraglia, Presidente della “Fondazione Accursio Miraglia”, che a nome anche dei familiari di vittime di mafia denuncia come sia vergognoso, e difficile da commentare, il fatto che si possa lasciare senza scorta un valente servitore dello Stato impegnato nella lotta alla criminalità organizzata, continuando a sperperare denaro pubblico per garantire tutela a chi non ne necessita e non ha mai ricevuto minacce.
La revoca della protezione, arrivata al magistrato originario di Mazara del Vallo mentre partecipava alla commemorazione del ventennale dell’omicidio del giornalista Beppe Alfano, ha suscitato indignazione in quanti hanno avuto modo di conoscerne capacità, coraggio e dedizione nei confronti di quello Stato che oggi sembra averlo abbandonato a sé stesso.
Il pm che ha inflitto duri colpi alla mafia agrigentina con l’inchiesta “Scacco Matto” e l’operazione “Face off”, in passato ha subito diverse minacce di morte, l’ultima delle quali circa un anno fa.
“Quali sono i criteri adottati in Italia – si chiede Miraglia – per assegnare scorte a soggetti non esposti a particolari rischi, salvo poi revocarle a chi dedica la propria esistenza alla lotta alla criminalità esponendosi fino a rischiare la vita?”
“A noi, familiari di vittime di mafia non servono altri magistrati da commemorare come vittime. Ci servono magistrati che continuino a combattere la mafia…” – ha dichiarato Miraglia, chiedendo che al sostituto Vella venga riassegnata quella protezione che inspiegabilmente è stata revocata.