La deputata Stefania Campo: “Da Palermo a Ragusa in appena 20 minuti. Non è fantascienza ma una tecnologia dei trasporti che parla siciliano”. Negli archivi della Regione Siciliana giacciono progetti e documenti della prima sperimentazione del treno veloce a levitazione magnetica avvenuta sulla tratta Trapani – Milo negli anni ‘70. “Musumeci inserisca nel piano integrato infrastrutture e mobilità la tecnologia Hyperloop. Ci sono privati disposti a investire”.
“Da Palermo a Ragusa in appena 20 minuti. Non è fantascienza ma una tecnologia dei trasporti che parla siciliano ma non è mai stata applicata. Nella settimana della mobilità sostenibile, spiace constatare come la Sicilia che era la patria della sperimentazione di forme di mobilità innovative e non inquinanti, ci sono progetti che giacciono nei cassetti. Un esempio? Nella Biblioteca centrale della Regione Siciliana a Palermo, sono conservati i progetti Hyperloop, il mega tubo-galleria depressurizzato all’interno del quale corrono treni a levitazione magnetica con un modello embrionale chiamato IAP3. Quello che sta realizzando il patron di Tesla Elton Musk a Dubai, negli States e in Russia, in Sicilia sarebbe stato già realtà dato che negli anni ‘70 era partita la sperimentazione sulla tratta Trapani Milo”. A darne notizia è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Stefania Campo che incalza con una interrogazione, il governo Musumeci a coinvolgere le Università siciliane nell’avvio di studi di fattibilità e di settore che valutino l’applicabilità della tecnologia Hyperloop e contattare direttamente il fondatore italiano della Hyperloop Transportation Technologies per creare degli impianti pilota proprio in Sicilia. “Mentre in Germania parte il primo treno ad idrogeno, noi siamo costretti a dover pietire qualche intervento di bitumazione delle strade dell’isola. Abbiamo trovato documenti che attestano gli studi condotti dal Professore Giovanni Lanzara alla fine degli anni ‘60 negli Stati Uniti prima (Università del Kentucky), su finanziamento del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti d’America e presso l’istituto di Aeronautica dell’Università di Palermo (1968-76) in un secondo momento, con consistenti finanziamenti della Regione. L’attività di ricerca era volta allo studio dell’’influenza delle dimensioni principali di un veicolo intubato di trasporto terrestre ultraveloce’. Ebbene, dagli studi del professore Lanzara e del suo team, nacquero un primo prototipo di convoglio che viaggiava su binari in calcestruzzo e che poteva trasportare solamente 3 persone grazie a dei cuscinetti ad aria e successivamente, con l’evolversi della ricerca fino all’aderenza magnetica, un secondo prototipo di treno a levitazione magnetica per il trasporto ad alta velocità, sperimentato nel 1973 all’interno dell’ex aeroporto militare di Trapani-Milo, che poteva trasportare fino a 20 persone e che poteva raggiungere i 400km/h”.
“La tecnologia Hyperloop – si legge nell’interrogazione della deputata Ars – potrebbe essere la giusta chiave di volta per far uscire la Sicilia dallo stallo in cui si trova a causa della carente efficienza del sistema pubblico di trasporto: strade, ferrovie, aeroporti, richiedono infatti una maggiore attenzione e una nuova spinta verso uno sviluppo che sia non solo sostenibile, ma che permetta anche di arrivare preparati all’appuntamento con il futuro e con l’evoluzione della tecnologia. Nel Documento di Economia e Finanza Regionale 2019/2021 approvato dalla Giunta Regionale con Delibera n. 243 del 28 giugno 2018, si legge che le opere strategiche da realizzarsi nel territorio della Regione Siciliana sono definiti nel Piano Integrato delle Infrastrutture e della Mobilità (PIIM) approvato nel 2017 che individua, nel contempo, i principi per una gestione sostenibile del trasporto pubblico ed inoltre costituisce condizionalità ex-ante per la Programmazione comunitaria 2014-2020. A questo punto – conclude Campo – sto chiedendo a Musumeci se non ritenga opportuno prevedere, nel prossimo Piano Integrato delle Infrastrutture e della Mobilità, un’attività di supporto allo sviluppo delle nuove tecnologie sul trasporto, in particolare quella a levitazione magnetica, ricercando finanziamenti pubblici e privati e – conclude Campo – intercettando fondi europei dedicati”.