Stefano Parisi, fondatore del movimento Energie per l’Italia, intervistato nella trasmissione Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24, alla domanda perché non teme lo sbarramento al 5%, ha risposto: “perché penso che questo è un passaggio verso la terza repubblica, con la legge elettorale proporzionale stiamo ridisegnando il nostro sistema democratico. La seconda res pubblica ci ha consegnato la crisi dei partiti e ci ha consegnato a un movimento di disperazione e di arrabbiatura del 30 per cento. Allora il problema non è la soglia di accesso, il problema è se c’è la voglia di partecipare a una forza di rinnovamento politico che nel centro destra siamo noi di Energie per l’Italia”.
Prima del voto sistemare le banche
“Secondo me prima di andare al voto bisognerebbe sistemare le banche, subito, velocemente”. Così Stefano Parisi, fondatore del movimento Energie per l’Italia, intervistato nella trasmissione Mix24 di Giovanni Minoli in onda su Radio 24.
Al giornalista che gli chiede cosa farebbe per sistemare le banche, Parisi risponde: “ci sono stati due anni in cui potevano essere fatte delle cose. Ora bisogna chiudere velocemente. Con l’intervento pubblico che, purtroppo, deve essere fatto, sembrava una cosa indispensabile, urgentissima da fare a dicembre, siamo a giugno e ancora non è successo niente per colpa del regolatore, Banca d’Italia, confusione nel rapporto tra Banca d’Italia, Bce e Tesoro. Ci sono i risparmi degli italiani e il rischio altissimo di crisi finanziaria che può creare un impoverimento della nostra società”.
Banche venete a rischio fallimento
Rischio fallimento Banche Venete? “Sì, le banche venete purtroppo rischiano il fallimento. E quindi è molto importante accelerare prima possibile l’aumento di capitale per potere fare in modo di metterle in sicurezza e va fatto prima delle elezioni, perché se si dovesse votare in mezzo noi potremmo avere una crisi molto forte”. Questa la posizione di Stefano Parisi, fondatore del movimento Energie per l’Italia, intervistato a Mix 24 di Giovanni Minoli in onda su Radio 24.
Al giornalista che gli chiede se siamo a rischio Troika, Parisi risponde: “Assolutamente sì, certo. Perché se noi sommiamo queste due cose, cioè risanamento di finanza pubblica e questione bancaria, abbiamo un rischio Troika che vuol dire tasse sul patrimonio, vuol dire erosione dei nostri risparmi, che vuol dire dare un colpo mortale alle aziende che invece in questi anni sono riuscite a sopravvivere a questa lunga crisi”. Alla domanda se il governo Gentiloni abbia la forza di fare questo intervento sul sistema bancario, Parisi risponde ai microfoni di Radio 24: “siccome c’è la forza di fare una legge elettorale uniti, se il paese capisse che in questo momento mettere in sicurezza vuol dire tre cose: legge finanziaria, banche e dare la stabilità al prossimo governo, ossia introdurre, come c’è in Germania, la sfiducia costruttiva”.