Testo e foto di Diego Romeo
A quanti “perché” ci hanno costretto le apparizioni (più o meno certificate) della Madonna, delle sue lacrime a Siracusa, delle sue predizioni a Fatima o Medjugorie? Per non parlare delle veggenti che periodicamente riempiono i cortili mentre le chiese si svuotano. E’ un caso, una necessità, un segno premonitore di questi tempi che ci hanno abituato all’orrore delle guerre e alla follia raziocinante di utilizzare la bomba nucleare? Mi sorprendevo a farmi queste domande l’altra sera nell’assistere nel Teatro Pirandello alla commedia che chiudeva la stagione teatrale, “Pensaci Giacomino”, dove un anziano docente mette in atto una “spaventosa” opera di beneficenza e solidarietà tra le risa, i lazzi e i sarcasmi dei suoi paesani. Mi riferisco al prof. Toti che piange stringendo tra le braccia un figlio non suo e urla il suo diritto a farlo all’ingrato Giacomino. Solo che in questa commedia Pirandello suggeriva nelle didascalie il pianto e le urla mentre nella commedia “ Il berretto a sonagli” ( tre settimane fa al “Posta Vecchia”) lo scrivano Ciampa che doveva mantenere un contegno solo sarcastico nei confronti della signora Fiorica, erinni della potente borghesia paesana che lo voleva umiliato e in manette, scoppia in lacrime amare. Non si era mai visto un Ciampa piangere e l’attore che lo interpretava ( Saro Graceffa) lo ha eseguito in maniera credibilissima. Anche per questo non ci è sembrato una trasgressione alle “sacre” didascalie di Pirandello,; siamo convinti che nell’attuale e immemore Agrigento, il caso ( o la necessità?) ha voluto che accadesse in perfetta sintonia e avvertimento nei confronti di una amministrazione comunale che affoga nelle sue colpe culturali e politiche. Ciampa e Toti diventano così ( e questo poteva accadere solo ad Agrigento!) gli alfieri di una “religione pirandelliana” che anch’essa porta il crisma di un “Immutabile Deposito” che coinvolge atei e credenti per il rispetto di una etica o se volete di un principio superiore che, se applicato, eviterebbe i tanti tormenti dell’esistenza, meglio “i succuzzuma amari” di cui filosofeggia Ciampa nel discorsetto sulla “corda civile”. E qui il prof. Toti gli da man forte con il diritto alla volontarietà e alla benevolenza.. Un tandem, un binomio classico questo di Ciampa-Toti che fa da controcampo ad un altro tandem, “sindaco Miccichè- comandante Di Giovanni” che hanno sbagliato per troppo amore verso la città di Agrigento.