Il Vaticano non ha “niente da nascondere”! Queste le parole dell’ex segretario di Propaganda Fide, congregazione, che gestisce i beni immobili del Vaticano, in merito all’indagine per corruzione che vede coinvolto, oltre all’ex ministro Lunardi, anche il cardinale Sepe.
“Siamo sereni. Siamo un po’ agitati viste le accuse a carico della Congregazione, ma tutto sarà chiarito, non abbiamo nulla da nascondere”, ha affermato il segretario della Congregazione per la Evangelizzazione dei Popoli, ex Propaganda Fide.
L’apertura di un’indagine per corruzione contro il cardinale Sepe, da parte del procuratore di Perugia, in merito alla sua attività quando era a capo della Congregazione tra il 2001 e il 2006, era già nell‘aria da tempo..
La Congregazione della Curia Romana gestisce il lavoro missionario e Vaticano ed ha vasti possedimenti immobiliari in Roma.
Papa Benedetto XVI , non aveva voluto estendere le funzioni di Sepe, nel 2006, preferendo mandarlo a Napoli e inviando in sua sostituzione il cardinale indiano Ivan Dias, l’ex arcivescovo di Bombay. Antitesi del sospetto di amicizie “romane”?
Insieme con l’Arcivescovo Sepe, il procuratore di Perugia ha messo sotto inchiesta per corruzione, el’x ministro delle Infrastrutture di un precedente governo Berlusconi, Pietro Lunardi.
Lunardi, secondo i giudici, ha acquisito da Propaganda Fide, un edificio nel centro di Roma a un quarto del suo valore reale in cambio di favori al Cardinale Sepe.
L’edificio è stato ristrutturato da parte di Diego Anemone, l’imprenditore romano al centro dello scandalo sul l’aggiudicazione di importanti opere pubbliche, ivi comprese le infrastrutture per il G8 nel luglio 2009 in Italia.
Il caso è già costato la poltrona ad un ministro, Claudio Scajola, toccando anche il capo della protezione civile, Guido Bertolaso, che è sotto inchiesta per corruzione da parte della procura di Firenze.