
Ricordando gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015. Tratto dal libro dell’epoca di Giuseppina Iacono Baldanza, della Algra editore:
Dopo i fatti accaduti in Francia, ho letto sui giornali fiumi di parole, di opinioni, di valutazioni ma, con grande rammarico, non leggo “dovevamo aspettarcelo”.
Di solito si dice, nel bene o nel male, “siamo i padri fondatori di” si rivendica, cioè, la paternità di qualcosa di buono, nel primo caso, o la valutazione onesta di qualcosa andata storta, nel secondo.
Per la realtà dei fatti, oggi, è facile prendersela e condannare i gruppi estremisti dell’ISIS, ISLAM, JIAD e sigle varie, per le azioni terroristiche nel nostro continente, che seminano morti. Ma ci chiediamo come e perché sono nati? Quale sia la nostra responsabilità?
La dietrologia non è un sentimento che mi appartiene. Mi attengo ai fatti e i morti si piangono alla stessa maniera, che siano bianchi, che siano neri.
Noi occidentali con la nostra brama di potere e avidità, di tutto ciò che non ci appartiene, abbiamo affamato, deturpato, impoverito popoli, già in difficoltà con l’inganno o con la forza o con la potenza di tecnologie avanzate, che avrebbero dovuto servire a una più nobile causa e anche a loro favore. Abbiamo creato e disfatto dittature, al posto delle quali sono risorti nuovi dittatori, con il nostro consenso – assenso.
Il silenzio e la voglia di non comprendere, esclusi gruppi di pacifisti inascoltati, è stata la nostra priorità, pur di non disturbare una coscienza già sporca.
Gli sbarchi di migliaia di persone che da anni approdano sulle nostre coste, se arrivano, ci raccontano, senza bisogno di raccontare, il loro duro e disumano destino, per l’intrusione di affaristi occidentali senza scrupoli in cerca di terre rare o povere, per fare loschi affari di ogni genere: armi, rifiuti tossici, droga, petrolio, diamanti compresa la tratta di materiale umano e, ancor più disumano, la prostituzione.
Tutti siamo rimasti impressionati e commossi della manifestazione a Parigi per l’attacco e la strage nella sala del BATACLAN del tredici Novembre al giornale “CHARLIE HEBDO” per mano di terroristi Islamici. La satira è la più alta forma democratica del libero pensiero ed espressione.
Ma come si fa a spiegarla a chi arriva da terre affamate, là dove si muore sotto le bombe o per un banale raffreddore? Se questo sentimento di umana comprensione fosse biunivoco, anch’io mi troverei in mezzo a loro. Ma così non è.
I miei scritti non nascono da esigenze d’opinione, quanto dalla osservazione dei fatti. E i fatti non ci danno ragione! Né io dico qualcosa di nuovo. Basta ricordarlo, non commemorarlo!
(Giuseppina Iacono Baldanza)