L’Università di Verona, in collaborazione con Fieracavalli e Fise, Federazione italiana Sport equestri, studia le abilità cognitive degli atleti del salto ostacoli.

Verona, 4 novembre 2025. Comprendere come la mente influisce sulla performance sportiva è l’obiettivo di un innovativo progetto di ricerca condotto dal dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento dell’università di Verona, in collaborazione con Fieracavalli e la Fise, Federazione italiana Sport equestri. Lo studio, dal titolo “Valutazione e potenziamento delle abilità cognitive dei cavalieri e delle amazzoni del salto ad ostacoli”, va a esplorare il ruolo delle funzioni cognitive di alto livello nel successo sportivo di una delle discipline equestri più complesse e spettacolari.
Il progetto, della durata di due anni, è guidato da Mirta Fiorio, docente del dipartimento e responsabile scientifica, e da Angela Marotta, ricercatrice e co-responsabile. Nella prima fase, circa ottanta atleti delle categorie Young Riders e Under 25 saranno sottoposti a una batteria di test cognitivi standardizzati, i cui risultati verranno correlati con le prestazioni ottenute in gara. L’obiettivo è identificare i fattori mentali che più influenzano la performance, dall’attenzione e la concentrazione alla rapidità decisionale e al controllo motorio, senza tralasciare l’approfondimento sulle capacità interocettive che permettono all’atleta di percepire lo stato interno del proprio corpo.
Successivamente, i ricercatori svilupperanno un training cognitivo mirato per potenziare le funzioni più determinanti nel salto ostacoli, con l’ambizione di migliorare ulteriormente le prestazioni sportive.
“In questa disciplina l’attenzione si è spesso concentrata sul cavallo, trascurando il contributo dell’atleta”, spiegano Mirta Fiorio e Angela Marotta. “Eppure, cavalieri e amazzoni devono mettere in campo abilità cognitive complesse, integrate con la capacità di coordinarsi in modo ottimale con il proprio cavallo. Questo progetto ci permetterà di ampliare le conoscenze scientifiche su questi aspetti e di sviluppare strumenti concreti per l’allenamento mentale degli atleti”.
Le ricadute pratiche della ricerca promettono di essere ampie: oltre a fornire ai professionisti del settore equestre nuove strategie per migliorare la performance, il modello di training cognitivo sviluppato potrebbe trovare applicazioni anche in altri contesti sportivi e professionali ad alta intensità cognitiva, come la Formula 1 o il pilotaggio aereo, dove il successo dipende dalla gestione simultanea di attenzione, decisioni rapide e coordinazione complessa.
“Questo progetto – spiega la Rettrice Chiara Leardini – è un esempio significativo di collaborazione tra l’Università, le istituzioni sportive e le realtà del territorio, confermando al contempo l’impegno del nostro Ateneo nella promozione della ricerca scientifica come motore di innovazione e sviluppo al servizio della società, con particolare attenzione al contesto locale. Grazie al sostegno di Verona Fiere e alla collaborazione con la Federazione italiana Sport equestri, le ricercatrici e docenti del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento dell’Ateneo hanno potuto approfondire il ruolo delle funzioni cognitive di alto livello nel successo sportivo di una delle discipline equestri più complesse e spettacolari. I risultati scientifici ottenuti saranno trasformati in ricerca applicata per migliorare le prestazioni degli atleti, sia in questa disciplina che in altre pratiche sportive“.
“La collaborazione con l’Università di Verona e Fise rappresenta il modo più concreto di valorizzare il ruolo di Fieracavalli come laboratorio permanente di cultura e innovazione – commenta Federico Bricolo, presidente di Veronafiere –. Sostenere la ricerca significa investire nella qualità e nella crescita del sistema equestre, aprendo nuove prospettive per atleti, tecnici e professionisti del settore. È così che Veronafiere intende interpretare il proprio impegno: mettendo in dialogo scienza, sport e impresa per generare sviluppo e conoscenza condivisa”.
“Il successo sportivo – afferma il presidente Fise, Marco Di Paola – non si fonda più esclusivamente su forza fisica e resistenza. Le più recenti evidenze scientifiche confermano quanto la componente mentale e cognitiva sia determinante nel raggiungimento delle massime prestazioni agonistiche. Desidero ringraziare l’Università di Verona e Fieracavalli per aver coinvolto la Fise in questo progetto di ricerca di grande valore. Le analisi condotte dal dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento dell’Ateneo rappresentano un passo importante verso una nuova visione della preparazione sportiva e offriranno strumenti innovativi per favorire la crescita e l’evoluzione degli sport equestri nel nostro Paese”.