
L’ordigno che ha distrutto l’auto di Ranucci? Tutto Casuale.
Un carabiniere (rigorosamente anonimo) in collaborazione con Il Giornale che ha riportato la notizia, ha voluto rassicurare il pubblico in merito al recente botto che ha interessato un’area tra la vettura del noto giornalista Sigfrido Ranucci e il suo cancello d’ingresso: “Probabilmente l’obiettivo non era neppure Ranucci”
Come risulta da quanto riportato dal quotidiano, l’ipotesi di una minaccia mirata all’attività giornalistica è da considerarsi “una speculazione politica più o meno fantasiosa”.
La verità, amici, è ben più semplice e locale.
La bomba era forse un dissuasore ornitologico.
È noto, nella zona di Pomezia, Ardea e dintorni, che i passeri locali, quelli che la sera cercano rifugio in città, abbiano sviluppato una preoccupante tendenza a non volare via al primo strombazzare di clacson. Questi volatili, incalliti nottambuli, necessitano di uno stimolo più… vigoroso.
La nostra fonte, un Tenente Colonnello degli Storni, ci assicura che la bomba-carta era probabilmente un prototipo di “Dissuasore Ornitologico ad Azione Ritardata”, senza timer né telecomando, proprio perché l’effetto deve essere sorprendente per il pennuto e casuale per l’umano.
La posizione strategica, ovvero accanto all’auto di Ranucci, è pura sfortuna statistica. Gli attentatori stavano operando in un’area ad alta densità di passeri e non potevano sapere che la macchina fosse proprio la sua. Magari pensavano fosse quella del vicino, reo di aver messo un vaso di gerani troppo appariscente sul pianerottolo.
Come ci ricorda la cronaca locale, le esplosioni artigianali in quel quadrante dell’hinterland romano sono come i saldi e “se ne contano diverse, quasi sempre frutto di rivalità di quartiere e vendette minime”. Ci si fa il callo. Un botto è il nuovo “buongiorno”, il linguaggio abituale, come fischiare al cane. Un botto per il parcheggio, un botto per l’ombra sul terrazzo, un botto per i passeri, e la polvere da sparo diventa come dialetto.
Non fatevi ingannare dal Corriere online che, bontà sua, ha ipotizzato le “prove” per la bomba di Ranucci, citando gli scoppi del 27 settembre e del 4 ottobre. No, signori. Quelle erano sessioni di “Taratura Acustica del nuovo dissuasore ornitologico”, necessarie a testare la giusta dose di esplosivo per spaventare i passeri senza offendere l’udito dei gatti.
In assenza di rivendicazioni (i passeri sono notoriamente poco alfabetizzati), e in presenza di un ordigno che sembra quasi un biscotto della fortuna riempito di polvere pirica, non si può che concludere che non c’è alcuna minaccia, salvo il disturbo ai passeri e forse qualche (troppa) coincidenza.
Se Ranucci non vuole più incidenti del genere, il carabiniere (anonimo) e il quotidiano, dovrebbero invitarlo a togliere i semi di girasole dal cofano.
E la bomba dove la metto….dove la metto non si sa…
Gian J. Morici