Ieri il Sinalp è stato convocato dalla VI Commissione del Parlamento Siciliano per discutere sulla salute degli allevamenti siciliani in merito alla persistente diffusione della brucellosi e della tubercolosi nei bovini, negli ovini e nei caprini sul territorio regionale.
Oltre al Sinalp era presente anche il rappresentante della Rete interregionale degli allevatori del territorio Sig. Gianni Fabris e il rappresentante dell’Unione allevatori Sicilia sig. Galati Rando Carmelo.
La delegazione Sinalp era composta dal Segretario Regionale Dr. Andrea Monteleone, il Dirigente Reg. del CAA Sinalp Andrea Tomarchio ed i delegati sindacali Regionali Dr. Giacomo Fascetto e Dr. Gandolfo Pane.
Con i deputati della Commissione, in presenza anche del Dirigente dell’Assessorato alla Salute Dr. Pietro Schembri e dell’Assessore Dr.ssa Giovanna Volo, si è discusso della crisi, ormai trentennale, degli allevatori di bestiame a causa anche delle problematiche scaturite dalla presenza in diversi territori isolani della TBC e della Brucellosi.
Si è focalizzato il problema sulle azioni messe in campo per l’eradicazione di queste infezioni e di come poterle migliorare evitando agli allevatori l’obbligo di dover abbattere diversi capi senza che poi risultino realmente infetti.
Il Segr. Reg. Sinalp Dr. Andrea Monteleone assieme al collega dell’Associazione allevatori Gianni Fabris hanno chiesto di poter istituire una Commissione che coinvolga sia l’Assessorato alla Salute che l’Assessorato all’Agricoltura oltre naturalmente le OO.SS. rappresentanti del comparto per poter lavorare sul corretto adeguamento delle norme europee e nazionali alle reali esigenze del nostro territorio e delle nostre aziende.
Si evidenzia che l’UNESCO nel 2019 ha dichiarato Patrimonio Culturale Immateriale il sistema di allevamento siciliano e del sud italia, basato sulla transumanza.
Questo sistema, a differenza degli allevamenti intensivi “a batteria” del nord italia e dell’Europa, tutela il benessere degli animali, permettendo loro di poter pascolare liberi senza subire le violenze insite negli altri sistemi di allevamento, che probabilmente daranno una resa maggiore di carne e latte ma di pessima qualità rispetto agli standard qualitativi previsti per l’alimentazione dell’uomo che vengono ottenuti con il sistema di allevamento che prevede la Transumanza del bestiame al cambio delle stagioni.
Ma questo sistema permette anche la salvaguardia dell’ambiente dagli incendi, visto che grazie al pascolo libero, gli animali durante la transumanza brucano l’erba ripulendo ampi spazzi di territorio.
La Transumanza, pur tutelando il benessere e la dignità degli animali, mette a contatto il bestiame allevato con gli animali selvatici presenti, specialmente nei territori dei Nebrodi, dell’Etna e delle Madonie.
Spesso questo contatto purtroppo agevola la diffusione della TBC e della Brucellosi, pur essendo un fenomeno in calo in questi ultimi anni.
Purtroppo la diffusione in modo incontrollato in special modo dei cinghiali, oggi è una problematica seria.
I suidi presenti allo stato brado non hanno competitor, e di conseguenza possono proliferare all’infinito. Sono portatori di malattie e possono essere serbatoio di infezione, obbligando gli allevatori all’abbattimento di molte migliaia di capi, con gravissime ripercussioni economiche negative a danno degli allevatori siciliani
Altra nota sollevata davanti alla Commissione, riguarda l’ASP di Enna che obbliga gli allevatori ad effettuare i controlli in momenti differenti rispetto alla normale profilassi obbligatoria, con un eccessivo aggravio di costi degli allevatori interessati.
Le rimanenti otto ASP Siciliane, invece, includono questo controllo nella normale profilassi programmata annualmente con un indubbio abbattimento dei costi rispetto alle aziende ennesi.
Questo comportamento, difforme rispetto alle altre ASP, è di notevole danno non solo economico ma anche organizzativo e gestionale per le imprese zootecniche interessate.
Il Sinalp si augura, affinchè finalmente si possa dare un reale segnale agli allevatori Siciliani che purtroppo si sentono abbandonati dalle istituzioni, che da questo confronto con la politica si possa porre fine allo stato di abbandono del mondo degli allevatori e si possa programmare una crescita del comparto.