Dall’epistolario confidenziale di Salvatore Grillo
Gentile Presidente, approfitto della sua ultima sortita, veemente, in difesa della categoria che rappresenta per esprimerle un sentimento di disagio che ritengo diffuso tra i cittadini per la semplice ragione che lo provo io che, non appartenendo alle famiglie politiche che reggono l’attuale governo del paese, dovrei teoricamente gioire per la sua posizione. Cerco di spiegarmi: l’amministrazione della giustizia è tra quegli interessi primari, assieme a quello della cura della salute, della abbondanza del cibo, della qualità dell’ambiente ecc. che difficilmente vorremmo compromessi per uno spirito di parte. Ovviamente da questo esempio sono sempre esclusi i fanatici, gli esasperati e, mi consenta, gli squilibrati, che venderebbero la madre o la figlia per il proprio cosi detto “ideale”, ma questi, se fossi in lei, eviterei di ricercarli come fan.
Cerco di spiegarmi meglio: non mi stupisce che lei intervenga in difesa della sua categoria, come non mi stupirebbe il Presidente dell’ordine dei medici, o quello dei commercialisti, ma quei presidenti mi capita di udirli intervenire anche contro i loro iscritti per redarguire o punire con la sospensione o con la radiazione e questo, a mio avviso, difende la categoria che rappresentano perché tranquillizza i cittadini. Ebbene mi aiuti lei a ricordare in quale occasione lei o i suoi predecessori siete intervenuti in questo senso, perché non ne ho memoria. Eppure non solamente le cronache dei media, ma la vita di migliaia e migliaia di cittadini e di imprese è cosparsa di “malagiustizia” con danni incalcolabili ed a volte irreparabili ( ricordo Tortora ma l’elenco sarebbe lunghissimo e non solo per errori nel penale, ma nessuno dei magistrati protagonisti ha risentito nella carriera e nel patrimonio). Voglio forse dire che la giustizia tutta è un disastro? Certamente no, ma non sarebbe male se lei, aprendo l fuoco contro il governo, avesse anche aperto una inchiesta interna sulla fuga di notizie nella vicenda Santanché, senza fermarsi a ricordare al Ministro che può indagare. Magari l’apertura di una inchiesta interna, un ammonimento forte, sarebbe stato utile, assieme ad una prassi che le suggerisco: pubblicare relazioni magari trimestrali nelle quali si verifichino i tempi della giustizia civile in ogni tribunale, sottolineando richieste legittime al CSM o al Governo per le esigenze del caso. Sarebbe offensivo per i magistrati? Insomma non vorremmo che la vostra associazione decidesse di esprimersi contro un suo iscritto solo quando, magari il dott. Palamara, pubblica un libro nel quale la vostra attività di autogoverno, che la Costituzione vi da a garanzia di indipendenza, rischia di somigliare alla peggiore gestione di affari privati.
Ecco, questi i pensieri che mi sono giunti ascoltando a sua “reprimenda” al Governo; ritengo utile trascriverli in questo mio epistolario nella segreta speranza che possa esserle utile conoscerne i contenuti.
Un saluto cordiale e l’augurio sincero di buon lavoro.
*Salvatore Grillo economista, meridionalista, già parlamentare del PRI. Vive a Roma, autore di saggi e di pubblicazioni tra cui “Il delitto Sicilia”.