Ieri si è verificato un errore nei servizi di configurazione di Fastly, società che gestisce tra i più grandi Content Delivery Network al mondo, che ha causato un malfunzionamento di Internet su scala globale.
Numerosissimi i siti coinvolti, da Amazon al New York Times ad alcune testate italiane fino a istituzioni pubbliche come il governo britannico.
In qualità di CDN più grande del mondo, Akamai ha commentato l’accaduto come segue, tramite le dichiarazioni di Andy Champagne, SVP and chief technology officer of Akamai Labs, di Akamai Technologies:
“Secondo quanto abbiamo appreso, l’interruzione che ieri ha riguardato diversi canali di informazione è stata il risultato di una configurazione errata. Questo significa che potrebbe essersi verificato un errore all’interno di un file o un semplice errore di battitura nella gestione del sistema CDN.
Gli utenti hanno ricevuto gli alert di errore [503] molto rapidamente: un indicatore che fa subito pensare a un servizio non disponibile, più che a un attacco informatico, nel qual caso di solito è più probabile che ci voglia un po’ di tempo prima che il consumatore se ne accorga.
Ciò che è avvenuto è un ulteriore promemoria di come Internet sia diventato un’ancora di salvezza praticamente per ogni azienda e per la maggior parte delle persone durante la pandemia, e di quanto dipendiamo dal fatto che sia affidabile e disponibile per noi ogni qualvolta ne abbiamo bisogno.
Ci sono molti fattori che concorrono a mantenere Internet sempre disponibile. Uno di questi fattori è la tecnologia content delivery network (CDN). Le aziende usano una CDN per fornire una user experience online ideale per i loro clienti, sia che stiano leggendo le notizie, guardando un film, o facendo qualsiasi altra cosa che richieda prestazioni eccellenti.
Ci si potrebbe allora chiedere “Se le CDN sono un potenziale punto debole come abbiamo visto oggi, cosa dovrebbe fare un’azienda?”
- In primo luogo, le aziende devono essere rigorose nella scelta del provider CDN. Non tutte le CDN sono create allo stesso modo, quindi è fondamentale prendere in esame i SLA di uptime, i processi di disaster recovery, i piani di continuità aziendale e il loro track record nel servizio ai clienti.
- Secondariamente, si può decidere di adottare l’approccio sempre più comune che vuole si utilizzino più CDN. A livello teorico servirsi di CDN multiple fornisce alle aziende un backup nel caso in cui una di esse sperimenti un problema. Tuttavia anche questa non è una strategia a prova di bomba: non bisogna abbassare la guardia perché anche la suddivisione su più CDN non garantisce il 100% di uptime per i clienti. Se una di esse subisce un’interruzione, è tipicamente necessario un intervento manuale per instradare il traffico verso un’altra CDN, non avviene in automatico.
L’infrastruttura Internet è una rete di dipendenze incredibilmente complessa, e l’affidabilità non avviene per caso. È necessaria una combinazione di tecnologia e persone che lavorino con precisione rigorosa per garantire che tutto funzioni come una macchina ben oliata.”