Che il fumo – di sigaretta, pipa, sigaro – sia causa di mille problemi alla salute, dal cancro alle complicanze cardiovascolari, è noto. Meno noto è l’altro componente killer del vizio prediletto da oltre 12 milioni di italiani, numero che non cala: la nicotina, presente in sigarette elettroniche, cerotti, gomme da masticare.
Lo si è appreso nel corso della terza tappa del nuovo ciclo de ‘Gli incontri di Salus’, organizzati dal quotidiano Il Giorno: “Salus – ha spiegato il direttore Sandro Neri, che ha coordinato i lavori – è il supplemento mensile monografico di QN-Quotidiano Nazionale allegato a Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Telegrafo. Oggi parliamo dell’ictus, nemico silenzioso e poco conosciuto, delle sue cause, della prevenzione, delle cure, dei costi che incidono sul sempre più problematico Servizio sanitario nazionale”.
Iniziativa quanto mai utile perché una informazione capillare è alla base delle scelte di tutti noi. Soprattutto quando è autorevole e corretta, fornita da relatori quali Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Domenico Inzitari del Dipartimento Neurofarba dell’Università degli Studi di Firenze, Eugenio Parati, direttore U.O.C. malattie cerebrovascolari della Fondazione IRCCS Istituto neurologico Carlo Besta e Giulia Veronesi, responsabile Sezione di Chirurgia Robotica Toracica e del progetto Smac dell’Istituto clinico Humanitas.
Ed è proprio Garattini che mette sullo stesso piano la combustione del tabacco (comunque principale responsabile del tumore ai polmoni) e l’assunzione di nicotina quali cause dei problemi cardiovascolari. Perciò niente alibi per le multinazionali che si stanno riciclando nella diffusione di prodotti alternativi alla sigaretta. Per loro importante è tenere legato il consumatore dipendente da nicotina. Secondo Inzitari, sono 200.000 all’anno i casi di ictus, con il 20% di decessi e il 50% di invalidità: cui si aggiungono silenti ma non meno perniciose microemorragie cerebrali che possono portare alla demenza. L’ictus si combatte con l’informazione, la prevenzione e l’immediatezza degli interventi. Sui fumatori impenitenti anche se colpiti da ictus si è soffermato Parati, secondo il quale è indispensabile un intervento multidisciplinare. Per Veronesi, ricordato che il tumore al polmone è operabile con successi diversi (dall’85 al 15 per cento dei casi) secondo la tempestività degli accertamenti, soltanto il 20-30% dei fumatori è in grado di smettere nonostante l’assistenza dei centri antifumo.
Qual è l’incidenza del fattore ereditario nei casi di ictus? Ci può essere una componente genetica. L’inquinamento atmosferico fa più male del fumo? Quest’ultimo addirittura è più nocivo delle emissioni di un tir per quanto riguarda le microparticelle al di sotto del valore indicato con PM10: a livello normativo, il fumo andrebbe limitato non solo all’interno dei luoghi pubblici ma anche in aree esterne particolarmente affollate o di passaggio, come i parchi, le spiagge, ristoranti e bar all’aperto. Una iniziativa in tal senso è stata presentata all’Unione Europea. Quale tipo di fumo fa meno male: di sigaretta, pipa, sigaro? Non c’è una sostanziale differenza.
Se non è mai troppo tardi per smettere di fumare (ma occorrono 15 anni di astinenza per arrivare alle condizioni fisiche pre-vizio) è anche vero che poco si fa in termini di prevenzione e di lotta contro il fumo. Si vede in questo disinteresse il timore di dover rinunciare agli introiti del Monopolio, senza calcolare quanto un malato viene a costare al servizio sanitario.