Allo scopo di contrastare con decisione l’impiego di manodopera clandestina nel settore agricolo, casi di cui si sono occupate anche le recenti cronache nazionali, il Comando Provinciale dei Carabinieri di Padova ha disposto uno specifico servizio, articolato in serrati controlli che si sono susseguiti nei giorni 22, 23 e 24 del mese in corso. A tale scopo è stato approntato un imponente dispositivo che ha comportato l’impiego di 124 uomini e 61 mezzi in forza a tutti i Comandi di Compagnia dipendenti, che hanno eseguito un totale di 61 controlli nelle campagne e lungo le direttrici percorse per il trasporto dei braccianti nei campi, soprattutto nei vigneti per la vendemmia già iniziata da una settimana.
L’indagine denominata “Sfruttatori Km zero” conclusa dai Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Abano Terme (PD) nel mese di maggio 2018 è stata emblematica. Nella circostanza, i militari hanno proceduto all’arresto di due persone, un uomo italiano e una donna romena, mentre una terza è ancora latitante, che gestivano un’azienda agricola in Albignasego (PD), nonché alla denuncia di tre persone che avevano concorso con gli arrestati nel reclutamento e l’impiego di numerosi braccianti stranieri, in prevalenza provenienti dal Bangladesh, favorendone l’ingresso sul territorio nazionale e approfittando del loro stato di bisogno per farli lavorare nelle attività produttive dell’azienda, corrispondendo loro retribuzioni inferiori a quelle previste dai contatti collettivi e sproporzionate per la quantità delle ore di lavoro prestato, ospitandoli in soluzioni alloggiative carenti dal punto di vista sanitario.
Nell’anno in corso, i Carabinieri del Comando Provinciale di Padova hanno già perseguito tre reati in cui è stato riscontrato l’impiego di manodopera clandestina, che hanno comportato l’arresto di 2 persone e la denuncia in stato di libertà di altre 7. Lo scorso anno, invece, i controlli eseguiti avevano consentito di perseguire un unico reato con la conseguente denuncia in stato di libertà di una persona.
La legge è molto severa nei confronti di chi assume un lavoratore straniero extracomunitario che non sia in possesso di un valido permesso di soggiorno per lavoro subordinato o gli sia stato revocato o sia scaduto. In tal caso la norma prevede la pena base della reclusione da sei mesi a tre anni e della multa di 5.000 Euro per ogni lavoratore irregolare occupato. Nei casi più gravi, al configurarsi delle condizioni previste dall’art. 603 bis del Codice Penale, quando vi è anche l’intermediazione illecita per lo sfruttamento del lavoro (Caporalato), le pene si inaspriscono ulteriormente prevedendo la reclusione da un anno a 6 anni e la multa da 500 a 1000 Euro per ogni lavoratore reclutato/impiegato.
Al termine degli accertamenti, che si protrarranno per tutto il periodo della vendemmia e che hanno portato al controllo di 327 persone, in buona parte stranieri extra unione europea, di 203 veicoli, di 2 aziende agricole e di 22 casolari abbandonati potenzialmente utilizzati da stranieri non in regola, il dato confortante è che non sono state rilevate violazioni alle leggi relative all’impiego. L’impegno dei Carabinieri è diretto alla salvaguardia dei lavoratori dallo sfruttamento da parte di chi non disdegna il ricorso all’illegalità per procurarsi illeciti e facili guadagni, approfittando dello stato di bisogno delle persone che necessitano di lavorare, molte volte provenienti da paesi extra Unione Europea, che vengono sottoposte a turni massacranti di lavoro senza percepire una adeguata retribuzione e che spesso sono ospitati in alloggi degradanti privi dei minimi requisiti sanitari.