
“Dobbiamo allargare la possibilità di partecipare” all’istruzione universitaria, “mantenendo la qualità e innovando la didattica, per far corrispondere sempre più le lauree agli sbocchi effettivi richiesti da un’economia della conoscenza” e per far fronte alle “innovazioni del mondo e della nostra società”. “Questo significa in qualche modo non di dire di no oggi alle ragioni per cui esiste il numero chiuso, perché le due cose non sono in contraddizione: mantenere la qualità e le valutazioni sui corsi non è in contraddizione con l’allargamento. Servono investimenti e su questo dobbiamo puntare”. E’ il commento della ministra sull’accesso programmato alle facoltà universitarie. “Noi restiamo il Paese con il minor numero di diplomati e laureati – ha puntualizzato Fedeli –dobbiamo tornare a investire sull’università, oltre che sui percorsi formativi come l’istruzione professionale”.
Servono dunque maglie più larghe per il numero chiuso? chiede Telese al Ministro che risponde: “Ci dobbiamo porre il tema, dobbiamo allargare il numero di laureati e non solo di iscritti, sapendo che non deve andare a discapito della qualità formativa. Questo è a tutela degli studenti oltre che del Paese“. Parlando ancora di accessi programmati e della sentenza del Tar che ha riguardato l’Università Statale di Milano, la ministra ha sottolineato che le due situazioni non vanno “confuse”: “Distinguerei questa parte di impianto culturale e politico – ha detto – su cui è già aperta l’interlocuzione da giugno tra il Miur e la Crui, e ne parleremo anche con la rappresentanza degli studenti, con la sentenza del Tar, di cui stiamo valutando, dal punto di vista giuridico, se interviene su una caratteristica di attuazione dei decreti ministeriali e della legge Gelmini da parte dell’università di Milano, quindi si interviene su qualcosa che dobbiamo cambiare, o se semplicemente è l’ateneo di Milano che ha fatto una sua autonoma interpretazione di numero chiuso e quindi riguarda l’autonomia”.
Ridurre la scuola media da tre a due anni? “E’ una fake news”. Lo ha ribadito Valeria Fedeli a Luca Telese La ministra poi sottolinea: “Non sono d’accordo nel merito, e poi, sapendo che abbiamo 5 mesi di legislatura, quello su cui sono impegnata è l’attuazione al meglio delle innovazioni che sono state introdotte dalle deleghe, ora decreti attuativi, della legge 107 e il rinnovo dei contratti di tutte le figure professionali della filiera del sapere, dalla scuola all’università”.