“Noi diamo 20 miliardi all’anno all’Europa e ne prendiamo indietro 12, per un accordo del governo Monti. Giuridicamente per quest’anno non ho il potere di bloccare questi 20 miliardi, il veto non lo abbiamo ancora messo, ma nella discussione sul prossimo bilancio diremo: ci va bene essere un Paese che mette più soldi, ma se in Ue non fanno le persone serie sull’immigrazione, se in economia si continua con l’austerity che non porta da nessuna parte, noi quei soldi ce li teniamo.
Non è una minaccia, è un amorevole consiglio, un grazioso suggerimento agli amici europei. Mi sono rotto le scatole di quelli che dicono ‘ce lo chiede l’Europa’: l’Italia è un Paese forte, ha fatto le riforme, ci sono i primi segnali di ripartenza“.
Lo dice il premier Matteo Renzi a 24Mattino su Radio 24 “O giochiamo in grande in Europa o se dobbiamo ricominciare con il ‘ce lo chiede l’Europa’ riprendetevi il governo tecnico, erano così bravi quelli lì…” aggiunge.
Sul Referendum
“Non mi sento responsabile se stiamo provando a cambiare l’Italia. Non stiamo drammatizzando noi. C’è un referendum che chiede ‘volete ridurre il numero dei parlamentari Sì o No’, ma tutto il film della panna sopra non l’abbiamo fatto noi“. Così risponde il premier Matteo Renzi alla domanda relativa all’attesa delle banche e dei mercati per gli esiti del referendum italiano. “E’ colpa del governo italiano se Monte dei Paschi negli ultimi 20 anni ha fatto quel che ha fatto? Se volete un’altra volta, fuori dal dibattito referendario, mi scuso delle clamorose responsabilità della politica su Monte dei Paschi”, afferma il premier che sottolinea anche: “Rispetto le valutazioni dei banchieri internazionali. Io la vedo così: il referendum è atteso da 35 anni perché tutti dicono che la carenza di riforme infrastrutturali è stato il primo elemento di deficit di competitività del Paese” e insiste su Radio 24: “Siamo a un bivio in cui si può finalmente cambiare. Si vota su una semplificazione del sistema che darà più stabilità e più forza all’Italia in Europa e nel mondo. Si può sempre fare meglio ma siamo a un punto decisivo e delicato. Ma il punto è che se il referendum passa l’Italia ha una forza e una solidità anche rispetto ad altri Paesi europei impressionante. Se non passa niente di male, manteniamo un sistema in cui i veti e controveti dei giochi politici sono quel che sappiamo e non dirò accozzaglia, ma una variegata coalizione dovrà dire solo No ma raccontare cosa pensa“.
Su De Luca
“Enzo De Luca ha un metodo che come noto non è il mio. Su Bindi sono stato tra i più duri a dire che aveva profondamente sbagliato e lui ha chiesto scusa. De Luca, che ha un metodo che non è mio, da sindaco di Salerno è stato uno degli amministratori che ha fatto meglio, un esempio di buona amministrazione. Non condivido il suo metodo ma se tutto il Sud fosse stato amministrato come Salerno, avremmo un punto di Pil in più e io ho un problema di Pil perché il Nord è ripartito ma se non parte il Sud siamo rovinati“. Così risponde a una domanda sull’audio di un incontro in cui Vincenzo De Luca invita a votare Sì al referendum anche perché il governo sta stanziando tanti soldi per la Campania. Il premier aggiunge poi: “Sì, stiamo portando molti soldi per la Campania perché è una vergogna che alcune regioni non siano messe nelle condizioni di fare ciò che serve al Paese: se Pompei crolla fa una figuraccia tutto il Paese, non solo la Campania; su Bagnoli abbiamo messo soldi per la bonifica e commissariato dopo anni“.
Manovra
“Sugli obblighi trimestrali di comunicazione” per le partite Iva, “le opinioni del Mef e i dati della ragioneria dello Stato dicono che con un metodo diverso come le comunicazioni trimestrali sarà più semplice incassare denaro perché si eviterà l’evasione, dall’altro lato gli esercenti ci dicono ‘attenzione, perché sono un di più di adempimenti‘. “In fase di legge di stabilità stiamo discutendo su che si può fare per combinare le due esigenze”.
“Il mio governo e’ quello che ha fatto il risultato migliore nella lotta all’evasione fiscale, e’ il governo che ha preso piu’ soldi di tutti“. Così il premier Matteo Renzi. “Il punto chiave e’ che in questi due anni e mezzo le tasse sono andate giu“, afferma il presidente del Consiglio.
No sto in governicchio
“Le sembro il tipo che sta dentro il governicchio tecnicicchio che permette agli uni e agli altri di vivacchiare per mantenere le poltrone? Non c’è dubbio che da quando ci siamo noi accadono in Italia cose che prima non accadevano: mi pare un dato di fatto. Se dobbiamo tornare con quelli di prima che vivono solo nella logica dei veti reciproci non fa per me, ce ne sonno altri molto più bravi“.
Referendum
“Il riflesso politico ci sarà sia che vinca il Sì, sia che vinca il No“. “Il problema se vince No è semplice: nella Costituzione italiana rimane tutto com’è, il Parlamento più costoso del mondo e un sistema totalmente arzigogolato e il trionfo della burocrazia. Vorrei che questo fosse il tema, se si parla – talvolta anche per colpa mia – solo di cosa succede il giorno dopo, non facciamo un servizio ai cittadini“.