Dopo la burrasca oltre Manica provocata dal Brexit – termine barbaro per indicare l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea – siamo ai commenti cacofonici. Sorvolo sulla mancanza di analisi sul fatto che trattasi di referendum consultativo il cui risultato deve passare dal Parlamento il quale si spaccherà in invettive nella lingua di Shakespeare. Sarebbe troppo estenuante dopo lo shock subito.
Mi soffermo su una breve short lesson di british geography, all’ennesima lettura de “l’Inghilterra ha votato per l’Out”. Ho letto anche che votando per l’Out, gli inglesi hanno votato per tutti i britannici! Sigh! Sob! Snif! Come facciamo a dirci europei se non conosciamo neanche la geografia? Corriamo ai ripari please…
Al referendum del 23 giugno hanno partecipato gli abitanti della Gran Bretagna, contrazione di “Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord“. L’Inghilterra, il Galles e le volenti o nolenti o recalcitranti Scozia ed Irlanda del Nord.
Inghilterra e Galles hanno giocato per l’Out con un 53% a testa, manco si fossero messi d’accordo gli abitanti. Gli scozzesi e gli irlandesi del Nord hanno spinto per l’In. Probabilmente insisteranno con un Out dallo United Kingdom a favore di un “In Europe”. London, che è sia capitale dell’Inghilterra che del Regno Unito, avrebbe voluto restare nell’UE ma non gliel’hanno permesso ed il livello del Tamigi è sotto controllo visto che sta raccogliendo fiumi di lacrime.
Ergo: tutti i britannici hanno votato secondo coscienza o incoscienza, isole Shetland comprese! Sì, quelle delle pecore che fanno la lana per i golf di shetland…
So please: non dite più England is Out…
L.P.