Tutti conosciamo le oloturie o cetrioli di mare, dalle parti di Brindisi e provincia si chiamano “pizze marine” e qualche volta vengono usate come “esca” per i palamiti. Pur considerate di poco valore le oloturie che si trovano in tutti i mari del mondo assolvono ad un compito fondamentale per la sopravvivenza dei mari perché si nutrono costantemente di fango ricco di sostanze organiche. Come tanti aspirapolvere, puliscono il fondo marino aspirando grandi quantità di detriti, filtrando il materiale organico e lasciando la sabbia pulita dietro di loro.
In Cina ed in Asia le oloturie sono ricercatissime sia nel campo alimentare sia per creazione di cosmetici ed integratori e molte specie si sono estinte, ed ecco la necessità di reperire nuovi mercati. I cinesi comprano qualsiasi quantitativo di pescato e pagano al sub raccoglitore anche due euro per un chilo di oloturie. Poiché in poche ore si possono raccogliere anche due quintali di prodotto , si è scatenata una caccia spietata a questi animali.
Una vera catastrofe ambientale che si sta abbattendo anche sul mare della costa tra Fasano a Brindisi Se si pensa che per legge ogni sub può prelevare prelevare solo 5 chilogrammi di oloturie al giorno (che peraltro non hanno modo di “fuggire” alla caccia) si può facilmente capire quale sarà il danno per l’ecosistema. Faccio appello prima che sia troppo tardi affinché si provveda in ogni modo possibile ad evitare questo ennesimo scempio del nostro povero mare.
Elio Lanzillotti