Il summit europeo straordinario di Bruxelles per decidere la sorte della Grecia continua ad essere un rompicapo cinese. Si cerca di evitare alla Grecia un default dalle gravi conseguenze. Mentre Atene è in piazza i dibattiti si infervorano. C’è chi è per un’uscita della Grecia dall’Euro il tempo di riprendersi. C’è chi si rende conto che se la Grecia esce dall’UE l’effetto economico sugli stessi paesi che la spingono al limite sarebbero trascinati nel caos economico.
L’ennesimo summit dell’ultima chance… ogni volta finisce così, la posta in gioco è troppo alta e l’Europa, ancora una volta non gioca la carta della solidariétà, si rivolge sempre al Fondo Monetario Internazionale o alla BCE.
Mentre discutono e la Grecia ha accettato il prolungamento del piano d’aiuto con un piano di speranza ancora da formalizzare possiamo dare un’occhiata al passato.
Alla fine della seconda guerra mondiale la Germania aveva 21 paesi creditori tra i quali la Grecia. Il 27 febbraio 1953 venne firmato l’accordo di Londra che permise alla Repubblica Federale Tedesca di cancellare oltre la metà del proprio debito. Tra i 21 paesi anche Francia, Svizzera, Stati Uniti, l’allora Yugoslavia decisero di aiutare la Germania Ovest che si trovava in situazione di default.
E’ la storia che parla: i prestiti rinegoziati riguardavano obbligazioni generate dal trattato di Versailles risalenti alla prima guerra mondiale e mai onorate e prestiti sottoscritti dalla Repubblica di Weimar i cui interessi erano stati sospesi negli anni ’30 nonché prestiti ottenuti dagli Alleati dopo la guerra. Solidarietà ed interessi strategici ebbero la meglio sui debiti tedeschi, gli Stati Uniti speravano che la Repubblica Federale Tedesca potesse proteggere dal blocco comunista.
Dopo le due guerre mondiali e la Germania aveva raggiunto circa 23 miliardi di dollari di debiti.
Nel 1953, l’allora cancelliere Konrad Adenauer spiegò che condizioni di rimborso troppo dure avrebbero minacciato il rilancio economico della Germania.
Che il giovane Tsipras riesca a fare come Konrad Adenauer. E soprattutto, i leader di oggi sono in grado di imparare dalla storia?
Luisa Pace