Spettacolo dell’Opera dei Pupi
Nell’ambito della collaborazione sorta tra il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni popolari ed il Museo Internazionale delle Marionette “Antonino Pasqualino” di Palermo, viene presentato lo spettacolo “Duello d’amore di Orlando e Rinaldo per amore di Angelica”, un libero adattamento – ad opera del maestro puparo Vincenzo Mancuso – di uno dei molteplici episodi del lungo ciclo Carolingio, tratto da antichi canovacci ispirati dalla Storia dei Paladini di Francia di Giusto Lo Dico. Il ricorso a “pupi a effetto”, le battaglie tra Magonzesi e Cristiani, l’amore dei due eroi, Orlando e Rinaldo, per la bella principessa Angelica del Catai danno vita ad una performance che mostra gli aspetti più peculiari dell’Opera dei pupi siciliana.
Vincenzo Mancuso: Figlio e nipote d’arte, Vincenzo Mancuso è l’erede di una delle più importanti famiglie di pupari di stile palermitano. Il nonno, il cavaliere Antonino Mancuso, iniziò l’attività alla fine degli anni Venti nel rione del Borgo Vecchio a Palermo, imparando l’arte dai Pernice che gestivano un teatrino dei pupi sin dalla fine dell’Ottocento. Aprì il suo primo teatro nel 1930 proponendo i suoi spettacoli anche in diversi luoghi della Sicilia. Il giovane Vincenzo, figlio primogenito di Antonino e suo principale aiutante, ha appreso il mestiere di oprante in età giovanissima esordendo a soli 13 anni e si dedica anche al restauro dei pupi.
Il Teatro dell’Opera dei Pupi: vanto del teatro di figura italiano, il Teatro dell’Opera dei pupi siciliano, attestato con sicurezza dalla fine del XVIII secolo e tuttora vitale, affonda le sue radici in una volontà di diffusione popolare di temi aulici e letterari. Nonostante la perdita della “cornice” socio-culturale alla quale faceva riferimento, l’opera dei pupi, certamente tra le più singolari espressioni della cultura popolare siciliana, conserva ancora oggi una significativa vitalità. A circa due secoli dalla loro prima apparizione sulla scena i pupi ovvero le “marionette armate”, grazie a tenaci opranti fedeli ai dettami più autentici della tradizione e alle modalità rappresentative ereditate oralmente, rievocano gli epici combattimenti tra i paladini di Carlo Magno, strenui difensori della fede cristiana, e gli infedeli saraceni, temibili e minacciosi, rappresentando tradimenti, sofferte storie d’amore, miracolose apparizioni, irruzioni di animali feroci e figure demoniache.
A conferma dell’importante funzione svolta dall’opera dei pupi nel milieu sociale che l’ha generata e nel quale continua a vivere, nel mese di maggio del 2001 l’UNESCO ha incluso l’opera dei pupi tra i 19 capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità.
Durante i giorni degli spettacoli sarà ancora visitabile, nella Sala Dossier del Museo delle Arti e Tradizioni popolari, la mostra “I Cavalieri della Memoria”, che ripercorre ed illustra le tradizioni cavalleresche siciliane, quali l’Opera dei Pupi, ma anche altre usanze – rituali o festive – che traggono ispirazione da antichi cantari epici o dai cicli bretone e carolingio.
Commenti Facebook