Il presidente di Legambiente Sicilia, Mimmo Fontana, ed il coordinatore del Dipartimento Agricoltura di Legambiente Sicilia, Alfredo Tamburino, hanno scritto una lettera aperta all’assessore regionale all’agricoltura, Dario Cartabellotta, chiedendo se è vero ciò che è stato scritto sui giornali a proposito dei risultati di uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori del Centro di Ricerca per l’Agrumicoltura e le Colture Mediterranee di Acireale (CT), insieme ad un team di ricercatori britannici e cinesi.
Il team di ricercatori, che lavora con fondi comunitari nell’ambito di un Progetto Europeo, ha rilevato, nelle arance rosse siciliane, un gene denominato “Ruby”, a cui è stata attribuita la capacità di attivare la produzione delle antocianine (sostanze che conferiscono la tipica colorazione rossa alle arance siciliane). Questo gene è presente anche nelle arance bionde, ma solo in quelle rosse siciliane è inserito al posto giusto per agire come ‘interruttore’ capace di attivare la tipica e salutistica colorazione rossa quando la pianta è esposta a temperature notturne fredde. Una migliore conoscenza delle basi genetiche e molecolari della produzione di antocianine in questi frutti potrà a questo punto spianare la strada, attraverso l’ingegneria genetica, verso varietà di arance rosse coltivabili anche in climi più caldi. In questo modo sarebbe possibile, con una modifica del DNA, estendere la coltivazione a Spagna, Brasile e Florida. Legambiente Sicilia ritiene che, se fossero confermate le notizie di stampa, le conseguenze sarebbero gravissime per la Sicilia, dal punto di vista economico, etico ed ambientale e chiede, quindi, all’assessore Cartabellotta se le notizie siano vere, e, qualora lo siano, quali provvedimenti saranno presi a difesa dei produttori siciliani e dei consumatori europei.
“E’ per noi assurdo – dicono Fontana e Tamburino – che dei ricercatori siciliani, con finanziamenti europei, ovvero con i soldi anche dei cittadini siciliani, anziché difendere il patrimonio genetico della propria terra, lo svendano agli stranieri. L’arancia rossa è uno degli ultimi baluardi su cui ancora regge una certa economia agricola in Sicilia; svendere il brevetto genetico, significherebbe dare il colpo di grazia all’agrumicoltura siciliana”.
Ma chi sono questi signori di legambiente , oltre il copia incolla fatto dalle notizie riportate dalla stampa sul loro comunicato, che competenze hanno per giudicare uno studio scientifico ed un progetto finanziato dalla comunità europea ( (il solo fatto di essere stato finanziato e di aver superato tutte le fasi preliminari è già una garanzia di qualità progettuale….). Anche se tutte le sciocchezze che dicono fossero vere se gli americani volessero produrre arance rosse come quelle siciliane non hanno nessun problema di nessun tipo . Basta che piantino una delle seguenti varietà universalmente conosciute:Tarocco,Moro,Sanguinello,
Si pensa forse che l’italia è il maggior produttore di arance al mondo?
1. Brasile
17.804.600
2. USA
8.266.270
3. Messico
3.969.810
4. India
3.100.000
5. Italia
2.533.535
Se poi altri paesi volessero modificare geneticamente le arance hanno strutture e scienziati in grado di fare qualsiasi cosa .Un altro paese si riempie di arance rosse geneticamente modificate e allora? Sono le arance IGP di Sicilia? Sono prodotte nelle zone di Siracusa, Lentini, Catania, Francoforte? Seguono un disciplinare di produzione controllato da un consorzio di tutela?
Tranquilli Le arance siciliane saranno sempre e solo le arance siciliane ed il loro mercato non cambierà.
Credo purtroppo che tutto questo chiasso abbia un fine politico, strumentalizzare uno studio scientifico gridando al disastro per i produttori siciliani è una cosa grave ed un po’ immorale.