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Forse è più su questo versante che altri che va rintracciata la spiegazione di un comportamento come quello degli agrigentini, che da tanti lustri sembrano essere stati molto vicini agli individui descritti da Fromm. Un popolo incapace di reagire (o forse poco interessato a farlo); incapace di indignarsi, di puntare i piedi per terra; un popolo assuefatto e in balia degli eventi che un po’ per volta lo rendono una massa rassegnata pronta a subire qualunque vessazione e a cui rifilare qualunque “storiella” spacciata per verità.
Se guardiamo ai responsabili della cosa pubblica l’analisi diventa non meno complessa ma ci porta su un crinale molto sdrucciolevole e decisamente inclinato verso una deriva non solo etica ma anche estetica, come conferma l’assoluto silenzio davanti ad emergenze eclatanti come quella di questi giorni.
A prescindere dal silenzio assordante di chi dovrebbe rappresentare gli interessi dei cittadini, ai diversi livelli istituzionali (ovviamente cominciando dal Consiglio comunale e dall’Amministrazione attiva) è sorprendente verificare il grado di assuefazione ad ogni circostanza negativa che gli agrigentini dimostrano di possedere: oggi le montagne di rifiuti davanti i loro, ieri il mare inquinato e le bizzarre ordinanze preventive che ne impediscono la balneazione, per oltre cinquant’anni la mancanza di acqua e tanto altro si potrebbe aggiungere per dimostrare la scarsa qualità della vita nel perimetro urbano di questa città dalle nobili tradizioni.
“E’ dal 2008 che il mare di San Leone di tanto in tanto debba essere vietato alla balneabilità. Più volte abbiamo segnalato al gestore i gravi disservizi ed abbiamo chiesto interventi rapidi, efficaci e definitivi. Abbiamo dovuto emettere un’ordinanza di divieto temporaneo di balneazione della zona compresa tra 200 metri a ovest del collettore delle acque bianche del lido Aster e 200 metri ad est del pozzetto sito all’altezza della traversa Mare Nostrum fino a quando la competente società di gestione del servizio idrico integrato avrà comunicato la ripristinata balneabilità del mare a seguito dei conseguenti interventi.”
Facendo la voce grossa, il sindaco di Agrigento ritenne così, in piena estate 2012, di essersi messo a posto con la sua coscienza e di dimostrare la sua estraneità ai fatti, come del resto usa fare in ogni circostanza, e in più anticipa di avere dato disposizioni all’ufficio legale del Comune di avviare l’azione di risarcimento danni contro la Girgenti acque.
Più che un intervento autoritario quello di Zambuto, invece è apparso ai più come un intervento formale quasi burocratico che lasciava in sospeso interrogativi che non trovando risposta hanno bruciato le aspettative di chi ha investito sull’estate a San Leone. “Non possiamo restare a guardare – aggiungeva Zambuto – e chi ha responsabilità paghi le conseguenze delle proprie negligenze.” Una dichiarazione che ci trova d’accordo e che non esenta il sindaco dalle sue responsabilità e che non lo esime dal dare subito informazioni rassicuranti sulle condizioni del mare dopo la riparazione del guasto.
Per l’avvenire suggeriamo al sindaco di tenere sotto controllo la situazione, di non alimentare allarmismi che provocano danni incalcolabili al territorio e agli operatori commerciali della zona e di dire con chiarezza come intende muoversi per evitare il ripetersi di simili inconvenienti, soprattuttocerti periodi dell’anno.
Danni come quelli che sta subendo il comparto turistico e commerciale in un territorio invaso dai rifiuti e pervaso dei terribili miasmi alimentati da temperature ancora molto alte.
Ma, sempre Fromm sostiene che in realtà l’uomo moderno non è del tutto privo di sentimenti, ma che questi siano celati all’interno del proprio io e pronti a venire fuori in circostanze molto particolari. Durante cioè i cosiddetti “eventi scatenanti”: magari le prossime elezioni?
Egregio dott. Fromm bentornato! Dal suo osservatorio distaccato, infinito, libero da ogni problema materiale, osserva con divino disprezzo la particolare comunità degli agrigentini. Anch’io sono stato tentato dal darle ragione avuto riguardo al pessimismo cosmico che attraversa la città di Agrigento ed i suoi abitanti: incapaci di reagire, chiusi nella loro visione gattopardesca del “cambiare tutto per non cambiare nulla”. E volevo anche darle ragione sulla classe dirigente della città, indifferente come lo sono i suoi cittadini. Ma non posso. Il sindaco è stato votato, i consiglieri sono stati votati. Questa è la democrazia. Fino a quando l’uomo non troverà altro rimedio, resta la migliore organizzazione politica possibile. E chissà quanti operatori commerciali hanno votato l’attuale sindaco nel silenzio dell’urna. Leggo anche che Ella suggerisce allo stesso sindaco tacciato di indifferenza di non alimentare allarmismi. Mi permetta di battere un pugno sul tavolo. Non sono in gioco solo gli interessi degli operatori commerciali, ma il futuro di una intera comunità. Occorre invece gridare, urlare ai quattro venti, creare consapevolezza del bene comune. Quanti operatori economici della nostra città, in totale disprezzo dell’altrui diritto, agiscono come antichi barbari invasori del bene pubblico? In democrazia tutti possono diventare complici del potere se restano muti, inermi! Infine, caro dott. Fromm Ella non è nato in Sicilia, dove la parola non pronunciata si trasforma facilmente in omertà. Si levi da tutti i cittadini un grido di ribellione, di cambiamento, oppure si torni tranquillamente a pascolare per la via Atenea. Caro dott. Fromm pace alla sua anima e ritorni con serenità a terrorizzare i suoi studenti.