Ingroia va in Guatemala per un anno, lo abbiamo appurato nello stile che in Italia si ha nel non dare solo la notizia, ma nel condirla sempre di una presa di posizione.
C’è chi gli dà del traditore, paradossalmente gli stessi che lo avrebbero volentieri defenestrato, c’è chi ne piange già l’assenza. Si notano pochi organi di stampa che effettivamente si siano chiesti “ma perchè non proviamo a capire che va a fare in Guatemala?”.
Personalmente quando ho appurato in che paese andasse, mi sono ricordato della trasmissione di Radio 2 Caterpillar, più di un anno fa dissero che i guatemaltechi si erano dotati di una legge che dava mazzate tramite confische dei beni e dimissioni immediate ai politici corrotti o collusi, anche se solo sottoposti a procedimenti giudiziali ancora in corso. Una legge che in Italia farebbe comodo.
Forse sarebbe il caso di chiedersi molto più approfonditamente se questo incarico non sia solo frutto di un abbandono di nave. O di una evoluzione carrieristica. Ho visto scomodare vaticini e ricerche di analogie con Falcone e Borsellino, fenomeno che si ripete e che preoccupa, ho sentito gente che diceva “come quando Falcone andò a Roma”, ovviamente non è mancato il vecchio proverbio usato in latino da editorialisti, professori, dottori e vari “promoveatur ut amoveatur” mai sentito come adesso.
Io vedo più come promozione un incarico Federale negli Stati uniti, dove adorano Falcone, specie dalle parti di Quantico, in Virginia, sede FBI.
Questa a voler essere ottimisti sembra una continuazione di un progetto, magari è una illusione, ma la scelta di un paese così particolare non può che portare a farsi domande. Un percorso che magari Ingroia ha in testa, che gli ha fatto capire che lavorare da qui è impossibile. O forse andrà a fare proprio quello che gli è stato chiesto a livello locale. In ogni casoè qualcosa che Forse Antonio Ingroia uomo sa e noi no. Le ultime avvisaglie e frasi erano di un uomo che evidenziava un remare contro. C’è chi vede in questo incarico un salvarsi la salute e l’esistenza, un seminato di carriera diverso, cui avrebbe comunque diritto di aspirare, ma il Guatemala a occhio non mi sembra un paradiso dove svernare da questo punto di vista.
Questi quesiti la gente comune con un minimo di cerebro non in coma se li sarà fatti. Mi piace pensare all’immagine di tanti palazzoni metropolitani in cui viene data la notizia tramite i Tg. Questi palazzoni sono al buio, ma qualche lucina si accende. Poca, fioca. Quella delle domande di qualche mente ancora sveglia. Magari sbaglia la risposta, ma si chiede perchè.
Per questo a volte non tutti guardiamo il dito quando indica la luna.
Potrebbe saltar fuori anche il pittoresco quesito “ma un Guatemalteco, come prende la notizia che viene Ingroia?”
Io da Guatemalteco sarei contento.
Scremando tante sensazioni a caldo, chi crede davvero in magistrati seri e onesti, nel loro lavoro, adesso in Italia si sente più solo.
Non fai in tempo a ricordare due zii tanto cari che hai perso, due persone che dopo vent’anni sono presente e non storia ammuffita.
Non fai a tempo, che uno dei loro figli, che sentivi come un caro cugino, ti dice che emigra. Non è che si stia proprio felici. Anche se sai che prima o poi torna, magari con buone notizie e qualcosa nel carniere. Hai visto mai ci eravamo dati la risposta sbagliata.
Ettore Zanca