Il 2012 segnerà il culmine della recessione o l’inizio della ripresa? Questo interrogativo – si legge nel comunicato del Movimento “Il Gabbiano – Progetto Agrigento” – sarà, sicuramente, il tema centrale della politica per l’anno in corso.
Oggi, inoltre, non siamo ancora in grado di capire se l’Euro tiene e se la “moneta unica” è sufficiente a fare affermare che l’Europa esiste.
Nessun catastrofismo ma il quadro economico complessivo dell’Italia è, comunque, da recessione.
L’Europa ci sottopone ad una “cura dimagrante” durissima, l’Italia risponde stoicamente con misure, solo di rigore, verso i “soliti noti” ed il mercato, per mano degli speculatori, affossa l’economia.
Da agosto 2011 ad oggi gli italiani sono stati sottoposti, dai vari governi, a ben cinque “manovre”, un vero e proprio record che ha prodotto un corto circuito pilotato nelle tasche dei “più deboli”.
Siamo europeisti convinti, anche se con molti dubbi sulla bontà dei parametri imposti per entrare in Europa e sul modo errato in cui è avvenuta la riconversione e la circolazione della nuova moneta ma, come molti italiani, oggi, ci chiediamo e chiediamo: “Siamo sicuri che basta solo l’Euro per dire che esiste l’Europa?” ed ancora… “quale paese batterà l’Euro in un prossimo futuro”?
La domanda, alquanto semplice, sembra retorica, ma la risposta è di estrema complessità!
Bastano solo alcune considerazioni di fondo per fare intendere come sia difficile esprimere giudizi equilibrati e di lunga scadenza:
1) Senza una Europa unita e solidale, oggi è impossibile competere, nel mercato globalizzato, reggendo il confronto economico con gli Stati Uniti e con i paesi emergenti come la Cina e l’India.
2) L’unità dell’Europa, che oggi sembra difficile, come si ottiene? La sola moneta unica non regge! Ed allora bisogna ragionare freddamente e prendere in seria considerazione, prima che l’euro crolli sotterrando anche l’Europa, di riunire sotto un “unico dominio” gli stati dell’eurozona, per sostenerlo.
3) Bisogna dirsi, però, con franchezza che l’obiettivo è possibile raggiungerlo solo se si riconosce ad uno o più Stati (dell’Europa) la capacita di fungere da “stato/i guida”.
4) Chiaramente, e senza invincimenti, ci appare sempre più evidente come la Germania stia lavorando, in maniera solitaria, in tal senso! Noi (Italia) cosa stiamo facendo? Stiamo solo affacciati alla finestra a guardare cosa fanno gli altri? O addirittura agevoliamo, con i nostri “comportamenti governativi” questi percorsi?
Noi vogliamo essere protagonisti e prendere parte alla guida dell’Europa!
Purtroppo i mercati finanziari non si fidano più dell’Italia o a ciò sono stati indotti da poteri forti che stanno pilotando una crisi forse mondiale ma, sicuramente, molto lo stiamo facendo noi con i nostri incerti comportamenti politici e governativi.
E’ di oggi, infatti, la notizia che lo spread, a dispetto del nuovo Governo Monti, è ancora intorno a 500 punti ed il rendimento dei titoli decennali è fermo al 7%!
Sappiano, allora, i partiti, appiattiti sulla politica economica di Monti, che presto si confronteranno con l’elettorato, stanco e tartassato da inutili ed onerosi balzelli, e pagheranno un conto “salato”. Non pensino più di cavarsela scaricando la colpa sul “Governo Tecnico”.
Il “Popolo sovrano” non è bue! Capisce, elabora, aspetta e punisce chi, vigliaccamente (cioè i partiti), lo ha abbandonato nelle mani di un “Governo politicamente fantoccio” che si è assunto l’onere di affossare il “popolo degli onesti” e fare arricchire, ancora di più, il “popolo degli sfruttatori”.
E’ ora di dire basta! È il momento che il Governo dei cosiddetti tecnici trovi il coraggio di imporre un sostegno, serio e concreto, all’economia reale attraverso incentivi al consumo, alla produzione ed alla crescita che abbiano i connotati ed i crismi della riconoscibilità.
Tutto questo, unito ad una lotta all’evasione, serrata e concreta, ed alla lotta agli sprechi “senza quartiere” attraverso tagli selettivi nella spesa pubblica, specialmente nei settori della sanità, della difesa e, specialmente, alla “casta”… altro che “spostare” il carico fiscale, da chi possiede grandi patrimoni, ai consumi ed ai piccoli patrimoni (la casa).
Ad una riforma del “welfare” seria e rivolta a tenere nella giusta considerazione le attese dei lavoratori e non a discapito dei “soliti noti” ormai tartassati, a destra ed a manca, questo si… con equità! Ed ancora, ad un federalismo fiscale equo e solidale, capace di concedere a tutte le regioni le stesse opportunità e gli stessi strumenti di crescita: strade, aeroporti, ferrovie, porti, banche e quant’altro per attuare uno sviluppo economico e sociale che possa competere ad una crescita del P.I.L. Nazionale, equilibrato e razionale, anche territorialmente.
Il tutto aspettando che il Governo Monti predisponga ed attualizzi la “fase due”.