Il Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia, Sezione terza, ha rigettato la domanda incidentale di sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti impugnati dal CEFOP relativi al Decreto assessoriale formazione professionale n. 1600 del 27 aprile 2011 e del successivo d.a. n. 1668 del 6 maggio 2011, nelle parti (artt. 5, 6 e 7) in cui le proposte progettuali del CE.FO.P. sono state approvate con riserva, “nelle more della definizione del ricorso giurisdizionale proposto in data 1 aprile 2011” ,vietandosi al medesimo Ente di avviare le attività formative fino allo scioglimento della riserva. Con tale ordinanza si è decretata e convalidata la fine dell’attuale conduzione del CEFOP come interlocutore dell’Assessorato alla formazione professionale. Se sul piano giuridico l’ordinanza sembrerebbe ineccepibile, sul piano sindacale per la tutela dei diritti dei lavoratori è una ulteriore tegola che allontana la soluzione dei problemi per quasi 1100 famiglie che da almeno 12 mesi non percepiscono gli stipendi, pur avendo , per il 2011 le somme in bilancio per l’attività corsuale. Al punto in cui si è occorre nominare con urgenza gli amministratori giudiziari che possono garantire la continuazione dell’attività formativa o di corsi di formazione per il personale fino a tutto il 2011; nel contempo avviare al pensionamento gli operatori più anziani, cedere qualche ramo di azienda ad enti più solidi e pagare gli stipendi arretrati utilizzando una legge regionale ad hoc ,come si fa eccezionalmente con aziende in crisi. Oggi più che mai il governo regionale deve esprimere il massimo di fattività , senza perdere ulteriore tempo. Non si può far morire di inedia 1100 famiglie alle quali fra poco si aggiungeranno altre 1000 famiglie di personale in esubero. Nell’incontro di giorno 18 luglio il governo Lombardo deve poter dare risposte certe e serie altrimenti l’implosione del sistema formativo regionale diventa una triste realtà equivalente ,nell’immediato a “due Termini Imerese”. Tutto ciò fino a dicembre 2011. A partire dal gennaio 2012, scatterà un altro grossissimo pateracchio: il passaggio dei finanziamenti del piano della formazione professionale dal bilancio regionale al fondo sociale europeo. Ciò comporterà il non riconoscimento delle malattie, dei diritti sindacali più elementari e del puerperio. A meno che il governo regionale , sin da ora non attivi una posta di bilancio per pagare tali istituti contrattuali, ammesso che la Comunità europea lo permetta in quanto potrebbero rivelarsi come aiuti di Stato. Oggi, secondo quanto afferma il presidente del Centro studi A.Hardcastle, Pippo Alaimo, è indispensabile che una task force mista dell’Assessorato Regionale alla formazione professionale e del Lavoro lavori alacremente, senza bisogno di consulenti esterni, per aggredire tali gravissimi problemi del mondo della formazione professionale. Eliminare nei fatti la legge regionale n.24/76 sarebbe un errore politico imperdonabile che porterebbe i lavoratori della formazione professionale ad essere peggio dei precari della scuola , con stipendi pagati , se tutto andrà bene, ogni 4 mesi.