“La Sicilia, batte il record (negativo) dei fondi spesi per gli interventi programmati nelle reti. I dati del Coviri (Comitato per la vigilanza per uso delle risorse idriche) del 2009, rivelano che se il Nord spende il 74,6 per cento, il Centro Italia l’85,3%, il Sud e le isole non vanno oltre il 23,6 %. Ultimi nella spesa per gli investimenti nel settore idrico, ma primi in quella “clientelare” (Cda, consulenze, etc.).In base al rapporto Blue Book, sul mondo dell’acqua nel Belpaese, risulta che gli Ato della Sicilia, spendono oltre il 42 % per il personale. Mentre quelli della Lombardia solo il 22%. Seguono i dati sui costi dei Cda, diffusi tempo fa dal Forum catanese dell’acqua (tra il 2007 ed il 2008). Il cda della società mista Sie spa – che alla data del 31 dicembre 2007 costava 40 mila euro – alla stessa data del 2008, raddoppiava a quota 80 mila euro. Idem per il consiglio di sorveglianza: dai 38 mila euro del 2007, schizzava a quota 62 mila euro nel 2008. Ai consiglieri del cda, venivano versati ogni anno, persino 12 mila euro di contributi previdenziali.
La Sicilia si mobilita in vista dei referendum contro la privatizzazione dell’acqua. Giovedì 28 aprile, il comitato referendario regionale “2 Sì per l’acqua bene comune”, costituito dal Forum siciliano – un variegato cartello di associazioni, movimenti, sindacati, partiti, enti locali – ha promosso una manifestazione regionale a Burgio. E’ stato scelto il centro agrigentino – rinomato per le sue pregiate ceramiche – perché è diventato uno dei “simboli” della battaglia contro la privatizzazione dell’acqua in Sicilia. Burgio, con i suoi circa 3 mila abitanti, è infatti uno dei 24 Comuni della provincia di Agrigento, che si è rifiutato per primo, di consegnare le reti e gli impianti al gestore privato: la società Girgenti Acque spa.
La rivolta di Burgio. Il sindaco Vito Ferrantelli del Fds, rievoca la “storica” mattina del 20 gennaio del 2009. “Quando arrivarono da Palermo i commissari spediti dall’Arra, l’agenzia regionale rifiuti e acqua – rammenta il primo cittadino – trovarono il portone del Municipio sbarrato da una catena umana: c’era l’intero paese in piazza”. Che li costrinse a fare dietrofront”. Oggi, il servizio idrico di Burgio continua ad essere gestito dal Comune…
Bollette pazze a Ribera. Mentre nel vicino Comune di Ribera, la patria dell’arance Dop, dove il servizio idrico è passato alla gestione privata – come racconta l’ex sindaco Santo Tortorici, già deputato del Pci, che ad 86 anni capeggia energicamente il comitato cittadino per la pubblicizzazione del servizio – le bollette sono salatissime. “All’inizio, arrivarono cartelle di 8 mila euro in un condominio di 4 famiglie…
Vice sindaco di Parigi per “madrina”. La manifestazione regionale del 28 aprile – sostengono gli aderenti del comitato referendario siciliano, di cui è instancabile organizzatrice Antonella Leto dirigente della Cgil siciliana – servirà a dare un duplice sostegno alla battaglia in corso: sia alla vittoria referendaria dei “sì”, che all’approvazione del disegno di legge – su iniziativa popolare e di 135 consigli comunali dell’isola (oltre la Provincia di Messina) – per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Alla giornata di mobilitazione regionale, parteciperà anche un ospite illustre: il vice sindaco di Parigi, madame Anne Le Strat…
Referendum e proposta di legge dal basso. Oltre al referendum in Sicilia, per la prima volta è stata anche presentata, ad iniziativa popolare ed il voto di 135 consigli comunali di ogni colore politico, una proposta di legge per la ripubblicizzazione ed il riordino dell’intero settore idrico La ripubblicizzazione, deve riguardare anche il sovra ambito: cioè la società mista Sicilacque che gestisce gli invasi dell’isola e le condotte esterne..
Il “caso” Siracusa. …”Con la privatizzazione – sostiene Josè Sudano, esponente del Forum per l’acqua aretuseo – a Siracusa, le bollette sono quasi raddoppiate….
Raddoppiato il canone fisso per i palermitani. A Palermo la stessa musica: la società Aps spa (Acque potabili siciliane) , che gestisce il servizio idrico nei 57 Comuni del palermitano (su 82 dell’intera provincia), vuole far pagare il conto delle inefficienze ai cittadini…
Parentopoli a Caltaqua. Altro flop, coperto dal silenzio bipartisan dei nisseni, si è rivelata l’unica gestione in toto privata, affidata alla spagnola Caltaqua spa. Con bollette salate, acqua spesso inquinata (ultimamente dagli idrocarburi) e nessun miglioramento del servizio (erogato solo per poche ore, ogni 3 giorni come da 40 anni). Su Caltaqua, aleggia anche l’accusa di una gigantesca “parentopoli” con assunzioni di famigli e prebende ad amministratori, sindaci, parlamentari su cui la magistratura nissena, potrebbe prima o poi accendere i riflettori…
Anomale aggiudicazioni. In sei province su 9, gli Ato idrici nell’affidamento del servizio a società miste o private, hanno seguito procedure di assegnazione, che presentano ovunque “anomalie”…
Altro che “privato” è bello. In Sicilia, si è rivelato brutto e costoso per i siciliani. Menfi, è uno dei 24 Comuni agrigentini che ha fatto “guerra” alla privatizzazione del servizio idrico, con in testa il sindaco Michele Botta, del Pdl. Uno dei firmatari della proposta di legge ad iniziativa dei consigli comunali, che è stato preso di mira ultimante con minacce ed intimidazioni. “Non stiamo facendo la guerra a nessuno – precisa Paolo Campo del Forum locale – sono loro che ce la stanno facendo, togliendoci un servizio che abbiamo in gestione da oltre 150 anni. Ci stiamo solo difendendo – ribadisce Campo – da questo atto di sciacallaggio”. L’anno scorso, l’intero paese, 13 mila abitanti, insieme ad i parroci, scesero in piazza “armati” con pistole ad acqua, e misero in fuga i commissari inviati dall’Arra, per costringere il Comune a cedere impianti e reti, alla società Girgenti Acque spa….
La provincia di Enna, insieme a Caltanissetta , è stata la prima a privatizzare in toto il servizio idrico. Che dal 2005, viene gestito dalla società Acqua Enna spa, di cui è presidente l’ingegnere Franz Bruno (un fedelissimo del senatore del Pd, Mirello Crisafulli). La privatizzazione, è stata contrassegnata da un aumento vertiginoso delle tariffe nei 21 Comuni ennesi “L’acqua fino a 400 metri cubi, un tempo costava poche somme di denaro – calcola Carlo Garofalo, coordinatore provinciale dei comitati civici ennesi nonché presidente del Forum – adesso ci vuole un mutuo: si parla di circa 800 euro l’anno…”.