Caltanissetta, 13 apr. – L’immigrazione clandestina in Italia, se non si attuano nel breve misure di contenimento, contribuirà ad accendere il fuoco della xenofobia, facendo passare in secondo ordine il ruolo fondamentale della Sicilia che è quello di rendersi parte dirigente della politica per tutta l’area del Mediterraneo.
Se è vero che l’Europa Comunitaria in questo momento è distratta se non assente rispetto a quello che Berlusconi chiama lo “tsunami immigrati” e se è vero che la stessa Europa Comunitaria ha intrapreso un attacco armato in Libia, escludendoci dal tavolo delle decisioni, è altrettanto vero che nessuna iniziativa condivisa l’Italia ha messo in atto in un momento così delicato.
Se per l’Italia è doveroso accogliere i profughi o comunque chi fugge da territori in guerra, dall’altro lato non possiamo da soli ospitare la diaspora in atto di tutti i popoli del Nord Africa.
La recente visita del Presidente Berlusconi a Lampedusa, a parte gli spunti comico folkloristici come l‘acquisto di una villa da due milioni di euro a Cala Francese, si è risolta in sintesi in alcune iniziative quali: il trasferimento di oltre settemila migranti nelle tendopoli sparse in tutta l’Italia escludendo la Padania; proporre per gli abitanti di Lampedusa il Nobel per la Pace e la proposta della costituzione per l’isola della zona franca.
Resta irrisolto però il reale motivo politico dell’esodo biblico che dal Nord Africa si dirige verso l’Europa alla ricerca di migliori condizioni di vita e di lavoro.
La Comunità Europea, inoltre, ha chiuso le proprie frontiere ai migranti ritenendo di non dover assumere alcuna responsabilità né per arginare il fenomeno né per attuare azioni umanitarie e di cooperazione allo sviluppo di quelle nazioni.
L’Italia, e Lampedusa in particolare, è a un tiro di schioppo dai paesi a nord del continente africano e bastano poche ore di navigazione per raggiungere le sue sponde anche con imbarcazioni di fortuna.
Le previsioni per i prossimi mesi, con l’arrivo della stagione estiva, non sono incoraggianti: sembra, infatti, che si stia preparando un esodo assai più consistente che interesserà quasi tutti i paesi nordafricani.
E’ chiaro da queste poche considerazioni che il governo italiano dovrà attuare alcune inderogabili iniziative politiche se non vogliamo trovarci impreparati ai prossimi sbarchi e se non vogliamo trasformare l’intera nazione in una tendopoli.
E’ indispensabile pertanto che il governo nazionale e quello siciliano assumano l’iniziativa politica prima ancora di una condivisione del resto d’Europa che appare, lo ripetiamo, distratta se non assente.
La Sicilia al centro e nel cuore del Mediterraneo ha per prima la necessità e l’obbligo di interpretare le trasformazioni che stanno avvenendo nei paesi nordafricani e proporre un’iniziativa politica forte quale l’istituzione di un “ TAVOLO PERMANENTE PER LA PACE” da insediare a Lampedusa (magari nella villa “due palme” ) dove invitare i paesi del Mediterraneo a discutere le soluzioni più idonee per uscire dai conflitti e lavorare insieme per costruire una pace duratura.
Contemporaneamente proponiamo di insediare a Palermo una “UNITA’ DI VALENZA MINISTERIALE” capace di sviluppare programmi di cooperazione per lo sviluppo economico di quei paesi con l’intera Comunità Europea e l’Italia in particolare.
Ci pare opportuno inoltre considerare la possibilità di confisca dei beni privati accumulati illegalmente dai dittatori nordafricani che sostengono le guerre civili per riconferirli ai popoli di appartenenza.
Altrettanto utile ci sembra l’adozione d’iniziative che permettano di fermare e identificare i migranti in mare con un pattugliamento navale nel Canale di Sicilia in modo da evitare l’approdo nelle nostre coste e rimpatriare se necessario, secondo gli accordi sanciti e secondo la nostra legislazione, i soggetti non regolari.
Solo assumendo tali iniziative l’Italia potrà promuovere la Sicilia “capitale politica del Mediterraneo” e al tempo stesso Lampedusa “capitale della pace”.
Circolo della Società Civile – IDV – Caltanissetta