A distanza di pochi giorni da quando il Comitato contro il rigassificatore ha proposto di seguire l’iniziativa dell’Arch. Lo Presti – dopo che il presidente della Provincia Regionale di Agrigento aveva dichiarato di non voler rendere pubbliche le ragioni che lo avevano indotto a non far costituire l’Ente dinanzi al Tar-Lazio, preferendo parlarne in privato – affinchè D’Orsi spiegasse in qualche modo, anche in privato, le motivazioni delle sue scelte a quanti ritengono sia un loro diritto poter conoscere l’operato di chi amministra in nome e per conto dei cittadini, ci giunge notizia che un cospicuo numero di richieste è arrivato alla Provincia, sia via e-mail che direttamente protocollate presso gli uffici dell’Ente.
Non pochi, inoltre, sembra abbiano scelto d’inviare la propria richiesta al Presidente, tramite posta.
Pur non condividendo la scelta di D’Orsi a voler rispondere in privato ai cittadini – e a tal proposito ci chiediamo come farà per le interrogazioni presentate dai consiglieri -, non v’è dubbio che se il Presidente decidesse di spiegare quanto accaduto a coloro che ne fanno richiesta, sarebbe già un notevole passo avanti, rispetto al silenzio e alle contraddizioni che hanno contraddistinto questo “inquietante” – così è stato definito da un consigliere nel corso di un Consiglio Provinciale – episodio, che vede la Provincia revocare il mandato al proprio legale appena 48 ore prima dell’udienza dinanzi al Tar, dove si sarebbe dovuta costituire.
Vogliamo augurarci che D’Orsi non venga meno all’impegno preso dinanzi le telecamere dell’emittente locale alla quale ha rilasciato l’intervista e che comunichi al più presto orario e data alla quale intende ricevere ogni cittadino che ne abbia fatto ufficialmente richiesta.
Non sarebbe infatti ammissibile che il Presidente, dopo essersi rifiutato di rendere pubbliche le ragioni del suo gesto e avere invitato “tutti quanti” a volerne discutere in privato, venga meno pure a questo impegno, lasciando così intendere che da parte sua non c’è alcuna volontà o motivo che possa spiegare la scelta operata.
Da parte nostra, ci impegniamo con i lettori a far conoscere gli sviluppi della vicenda, l’esito delle richieste presentate e, per quanto possibile, il numero di domande protocollate presso gli uffici della Provincia.
Restiamo comunque in attesa che si tenga il prossimo Consiglio Provinciale, quando D’Orsi dovrà in qualche modo rispondere alle interrogazioni presentate dai Consiglieri Spoto, Roberto Gallo, Guarraci e Avarello.
Sarà in particolar modo interessante sapere cosa il Presidente risponderà all’interrogazione presentata dal Consigliere Orazio Guarraci, dopo aver dato risposta scritta a una sua prima interrogazione, che anziché far luce sulla vicenda, ha gettato ancora maggiori ombre e suscitato ulteriori dubbi.
Vorranno Guarraci, Spoto, Avarello e Gallo, lasciar cadere così la vicenda?
Conoscendo la serietà e le motivazioni che hanno spinto ognuno di questi consiglieri a chiedere spiegazioni sull’operato del Presidente D’Orsi, appare abbastanza improbabile.
Per quanta autonomia possa avere un Presidente di Provincia, per fortuna non siamo ancora arrivati al punto che non debba rispondere alle interrogazioni.
Come già sostenuto dal Consigliere Guarraci, il Presidente D’Orsi deve prendere atto che amministra denaro pubblico e che ha il dovere di fare gli interessi della collettività e dell’Ente che rappresenta.
Nonostante in passato i comportamenti di D’Orsi non siano stati molto coerenti, ci auguriamo che questa volta prenda atto della volontà del Consiglio e del deliberato contro il rigassificatore e agisca in maniera consequenziale.
Dopo l’avvio di un’indagine da parte della Commissione Europea, sollecitata dall’Onorevole Sonia Alfano, l’attenzione sulla vicenda del rigassificatore empedoclino si fa sempre più alta.
Sarebbe veramente impensabile che a livello locale si scegliesse la via del silenzio e della non costituzione innanzi al Tar, per poi vederci condannati dalla Corte di Giustizia Europea.
Come potrebbero poi giustificare il proprio operato quanti amministrano?
Gian J. Morici
Condivido l’azione provocatoria di quei cittadini che chiedono a D’Orsi di rispondere loro privatmente sulla sua inquietante revoca, a 48 ore dell’udienza al Tar Lazio, dell’incarico al legale contro l’ignobile rigassificatore Valle dei Templi.
Voglio, però, ricordare a D’Orsi che non è a casa sua, ma che ha il dovere morale prima che giuridico di rispondere alle interrogazioni dei consiglieri proviciali sull’argomento e, primo tra tutti i suoi doveri, dare spiegazioni in merito alla sua pubblica dichiarazione che non risponde in quanto minacciato.
Queste ultime affermazioni dovrebbero essere attenzionate dalla Procura della Repubblica di Agrigento
Va sbroglia stu palancaru!
Che pesci prenderà D’Orsi ???? Lunedì continuerà la slavina di richieste di cittadini per i dovuti chiarimenti….
La parte buona , il lato non oscuro di Agrigento e Porto Empedocle, si sta muovendo con forza contro chi crede di gestire una “cosa” propria.
Andiamo avanti, amici, andiamo avanti!!!
Credo che ormai sia palesi come interessi privati prevalgaono su quelli che dovrebbero essere gli interessi di una intera provincia. Il Presidente D’Orsi in un paese civile e domocaratico non si sarebbe mai sognato di rispondere in tal senso, ma si sa siamo ormai in una repubblica dove solo chi è arrogante va avanti credendo di essere non un servitore del popolo,ma un padrone.
mi auguro che in un ultimo barlume di coerenza e democrazia i consiglieri che hanno fatto le interrogazioni diano nel proseguo risposte a questo piccolo popolo della provincia agriegntina.