In questi giorni ho avuto l’onore e il piacere di conoscere l’Ing. Roberto Vacca, uno degli ultimi grandi personaggi dotati di raziocinio intellettuale in questo Paese in cui sembra che la scienza e la tecnologia siano ormai attività inutili.
Roberto Vacca, oltre che matematico, scrittore, saggista, può essere definito anche “futurologo”, anche se forse questa definizione non gli piacerebbe.
Tuttavia, fin dal libro che lo ha fatto conoscere al grande pubblico, “Medioevo prossimo venturo”, ha dimostrato la capacità di analizzare in maniera scientifica dati e informazioni disponibili nel presente, per fare modelli e previsioni sul futuro che ci attende.
Alcune delle sue previsioni, come ad esempio il “blocco tecnologico” non si sono per fortuna avverate.
Altre invece come la scarsità d’acqua e la crescita esponenziale dei rifiuti, la progressiva ingovernabilità dei sistemi complessi, l’esplosione demografica, il degrado culturale e sociale del nostro paese, l’inutilità della guerra, sono evidenti.
Personalmente ho conosciuto Roberto Vacca attraverso un suo libro di quasi trenta anni fa, “Come imparare più cose e vivere meglio”, che forse potrebbe essere definito “manuale di autoapprendimento”, in realtà è la condivisione delle passioni e delle attività di un uomo curioso.
Proprio questa curiosità consente a Roberto Vacca, giunto ad un’età che potremmo definire “importante”, di mantenere una perfetta lucidità e interesse per il mondo che lo circonda.
E nel suo ultimo libro, “Come imparare una cosa al giorno e non invecchiare mai” si rivolge ai suoi coetanei, o quelli che stanno per entrare nella terza o quarta età, con considerazioni e consigli per sfruttare al meglio quella che può essere una fase bellissima della vita di chiunque, purché si continui a guardare il mondo con interesse, curiosità, e allenare la mente.
Egli stesso ritiene di non essere un genio (su questo mi permetto qualche riserva) ma di aver semplicemente sempre lavorato sulla sua mente e sulla cultura.
Oggi Roberto Vacca è un po’ pessimista sulla capacità del genere umano di migliorarsi, e mi sembra difficile dargli torto.
Soprattutto è irritato dell’incapacità di qualsiasi governo di prendere decisioni basate su fatti e dati disponibili a chiunque.
E non è solo chi governa, a non volersi curare della scienza: nonostante la sua produzione superi di gran lunga i mille articoli, Roberto Vacca ha sempre più difficoltà a vedere pubblicati dai principali quotidiani i suoi saggi.
Non perché siano inesatti, tutt’altro. Ma perché alcune sue considerazioni smontano luoghi comuni, sui quali si basano le decisioni politiche e culturali del paese.
Basti pensare, come unico esempio, al PIL, che oggi viene misurati, con attenti bilancini, anche su variazioni dello 0,1%.
Peccato, come uno studio della Germania sul PIL della Svizzera abbia dimostrato, l’errore nella misura del PIL sia ALMENO del 3%.
Di esempi come questi Roberto Vacca nella purtroppo breve chiacchierata ce ne ha fatti parecchi.
Sono contento di averlo conosciuto personalmente, e non solo attraverso i suoi scritti, e che mi abbia fatto la cortesia di poterlo ritrarre mentre ci racconta alcune delle cose di cui ho parlato.
Le foto parlano da sole, e raccontano che l’intelligenza, la fiducia nei propri mezzi, il carisma, non hanno età.