“Come prima cosa vorrei rivolgere a nome mio personale e dell’intera Camera dei deputati un caloroso benvenuto alle donne, agli uomini, alle ragazze e ai ragazzi dei Comuni colpiti dal terremoto che sono qui a Montecitorio così numerosi. Quest’anno il Concerto di Natale è dedicato a voi e a tutti i nostri concittadini che a causa del sisma hanno perso i loro affetti, le case e le certezze del vivere. E ringrazio le amministrazioni regionali e la Protezione Civile che hanno collaborato attivamente con noi per organizzare la vostra presenza. Questa istituzione è la casa di tutti gli italiani e in questa casa hanno un posto d’onore le persone che affrontano difficoltà e sofferenze e che reagiscono con dignità, come state facendo voi. Saluto la Vice Presidente del Senato Linda Lanzillotta, i rappresentanti del Governo, i parlamentari, i Presidenti di Regione e dei Consigli regionali presenti, i consiglieri e i Sindaci dei Comuni colpiti dal terremoto che sono qui con noi e indossano con orgoglio e responsabilità la fascia tricolore di primo cittadino. Saluto il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. Ancora una volta il personale e i volontari della Protezione Civile hanno offerto l’immagine dell’Italia migliore. L’Italia del coraggio, della solidarietà e dell’impegno. Saluto Michele Dall’Ongaro, Sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Maestro Simone Genuini, le ragazze e i ragazzi della JuniOrchestra che eseguiranno anche quest’anno il Concerto di Natale. Il Natale, come sappiamo bene, è tra le più importanti festività religiose del mondo cristiano. Ed è anche un momento speciale nel quale le famiglie si riuniscono e trascorrono insieme ore serene e allegre. Per voi e per tante altre famiglie, quest’anno il Natale sarà più difficile. Il nostro ricordo commosso va alle 299 persone che hanno perso la vita sotto le macerie. Molti di voi e tanti altri che oggi non sono presenti in quest’aula passeranno il Natale fuori casa perché le abitazioni sono state distrutte o lesionate. Questo invito vuole essere un modo per trasmettervi il calore e la vicinanza delle istituzioni e di tutto il popolo italiano. Per dirvi che non siete soli, che non vi lasceremo soli. E per dirvi che il Parlamento e le istituzioni faranno fino in fondo il loro dovere, perché possiate tornare nelle vostre case ricostruite. Perché quei borghi, che sono il cuore più bello del nostro Paese, tornino a vivere e ad essere il vanto di tutti gli italiani. E riprendano presto e definitivamente le attività commerciali, produttive, agricole e turistiche. Perché senza lavoro non c’è vita. E perché le scuole tornino ad essere più accoglienti e più sicure. Abbiamo poi da assolvere ad un impegno di più lunga portata. I terremoti non si possono evitare. I morti e le distruzioni, sì. E allora. Si parla tanto di grandi opere. Ma la prima vera grande opera di cui l’Italia ha bisogno è la messa in sicurezza del nostro territorio dal rischio sismico e dal dissesto idrogeologico. Ci vorranno anni? Sì. Ma bisogna cominciare subito. E’ su progetti che puntano al futuro e non alle convenienze contingenti, che si misura la statura di una classe dirigente. Ed è alle prossime generazioni che dobbiamo dedicare tutto il nostro impegno. I nostri figli e i nostri nipoti meritano un Paese più sicuro, più giusto, più rispettoso dell’ambiente naturale e dei suoi beni culturali. Martedì scorso la Camera ha convertito in legge in via definitiva il decreto sugli interventi in favore delle popolazioni colpite dal terremoto. Lo ha fatto con un voto unanime: 441 favorevoli e nessun voto contrario. I diversi gruppi politici hanno ritirato gli emendamenti che erano stati preparati. Di fronte al dramma che voi avete vissuto e continuate a vivere, le deputate e i deputati hanno voluto dare un forte segnale di unità e di responsabilità. Non tutto si risolve con un decreto, con una legge, lo sappiamo bene. Serve una gestione quotidiana dell’emergenza, perché ancora di emergenza si tratta; bisogna evitare che la burocrazia rallenti l’opera di ricostruzione, e occorre tenere lontani dai fondi pubblici e dagli appalti speculatori e affaristi senza scrupoli. Il Governo ha il compito di mettere in pratica concretamente tutto questo. Il Parlamento, oltre a fare buone leggi, deve controllare e vigilare sulla corretta e puntuale realizzazione degli impegni presi. E lo faremo. Care amiche e cari amici. Con molti di voi ci siamo incontrati subito dopo il sisma di agosto e ancora a novembre nei Comuni devastati, tra edifici rasi al suolo. Ci sono tre cose di quegli incontri che non dimenticherò mai. La prima è l’atmosfera spettrale dei borghi ridotti in macerie: l’ho detto, mi sembrava di essere in un contesto di guerra. La seconda è la richiesta che tutti facevano di non essere dimenticati né abbandonati dalle istituzioni. La terza è la dignità, la forza, la voglia di reagire che ho trovato in tutti voi. L’incontro di oggi è per me e per la Camera che presiedo un momento di vicinanza e di solidarietà. Ma è anche un’occasione per ribadire l’impegno a lavorare insieme per la ricostruzione. Dopo il concerto faremo un brindisi, con prodotti che provengono da territori colpiti dal sisma. Sarà un brindisi di speranza e di auguri, a voi e alle vostre famiglie. Passate un Natale il più possibile sereno. Non cedete alla rassegnazione. Perché sono convinta che insieme ce la faremo”.