Il vicesindaco di Licata Arnone ritiene che l’emigrazione dell’imprenditore Moncada a Milano sia una brutta giornata per tutta la Sicilia.
“Negli ultimi dieci anni le capacità di Moncada e del suo gruppo hanno dato uno slancio formidabile alla Sicilia e alla Provincia di Agrigento in particolare, un’attività innovativa e diversificata nel campo delle energie alternative di grande prestigio e professionalità.
Avere creato tanti posti di lavoro, tanti poli e filiere produttive hanno segnato un punto di grande capacità innovativa: quali l’eolico ,le biomasse, il fotovoltaico e le altre fonti rinnovabili che hanno varcato anche i confini nazionali con le join venture in Albania e nei paesi di mezzo mondo.
Sapere che un imprenditore illuminato come Moncada alzi bandiera bianca contro i potenti della Sicilia immobile (burocrazia regionale e giunta di governo) è assolutamente non accettabile moralmente e socialmente.
L’esempio di Moncada può essere imitato anche da altri imprenditori creando un effetto devastante per la debole economia siciliana che viene frenata da una burocrazia farraginosa e spesso incapace nell’accelerare i progetti di sviluppo che si impantanano nella terra di nessuno.
La dirigenza regionale deve essere riformata subito, la mediocrità del potere non è una conseguenza della società di massa ma una sua degenerazione.
In Sicilia non vige una competizione sana ma un immobilismo imperante.
E’ devastante, iniquo e perverso sapere che i dirigenti generali vengono nominati dalla Giunta regionale, le carriere apicali della macchina burocratica in Sicilia non si raggiungono attraverso concorsi pubblici, o si selezionano attraverso avvisi ma per cooptazione, il tutto appare criminogeno e antidemocratico.
Lombardo dovrebbe essere coerente con quello che ha promesso in campagna elettorale, aiutare le imprese siciliane a crescere sul nostro territorio, riformando la legge 10 che ha praticamente aumentato a dismisura il potere dei burocrati ma che sono sotto l’egida dei governanti che li nominano.
Per questo spero che l’amarezza di Moncada non sia un bubbone che possa scoppiare a catena.
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